Nell’era dell’intelligenza artificiale, molti si chiedono se i robot prenderanno il sopravvento anche nel mondo della scrittura. Ma è davvero così? Questo articolo analizza come l’AI stia già rivoluzionando il lavoro, soppiantando compiti ripetitivi, ma anche aprendo a nuove opportunità per chi lavora con creatività e ingegno. Scopri come l’intelligenza artificiale può migliorare la scrittura e come rimanere al passo con l’avanzamento tecnologico per non rimanere indietro.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO: L’AI SOPPIANTERÀ IL MESTIERE DI SCRITTORE?
L’AI sostituirà anche il mestiere di scrittore?
Questa domanda è sempre più frequente, soprattutto quando si parla di tecnologie innovative e della loro applicazione nel mondo del lavoro. Molti sostengono che l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire anche il lavoro creativo di un artista, di un musicista o di uno scrittore.
Tuttavia, la realtà è diversa e la presenza dell’AI nel mondo del lavoro non implica necessariamente la sostituzione di figure professionali.
All’interno dell’articolo, vedremo chi rischia e chi no.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO: CHI RISCHIA
L’intelligenza artificiale è in grado di svolgere attività ripetitive e meccaniche in modo efficiente e preciso, ad esempio, nell’ambito della produzione industriale o del controllo di macchine a controllo numerico.
Anche chi lavora nel settore impiegatizio, e svolge mansioni ogni giorno uguali, schematiche e ripetitive, è destinato a essere soppiantato dalle intelligenze artificiali. È inevitabile.
Nel giro di 3, massimo 5 anni, l’AI lascerà a casa un numero abnorme di personale che diventerà non qualificato dall’oggi al domani.
Operai specializzati che operano su macchine a controllo numerico, quali torni e centri di lavoro, saranno soppiantati da macchine dotate di intelligenza artificiale in grado di programmare in pochi secondi e in maniera più precisa di qualunque essere umano.
Ciò farà sì che tutte quelle lavorazioni seriali, con migliaia di pezzi identitici da produrre, saranno eseguite da macchine dotate di AI.
Da un operatore per macchina, o uno ogni due macchine, si passerà a un operatore ogni dieci macchine. Servirà solo montare gli utensili nei magazzini delle macchine e cambiarli quando usurati.
Anche chi svolge mansioni impiegatizie ripetitive, come chi opera agli sportelli delle banche, chi eroga prenotazioni e assistenza informativa negli ospedali, chi nelle segreterie aziendali, chi offre assistenza su programmi specifici… ebbene, tali figure sono sulla lista nera di chi perderà il lavoro.
Così come molte figure professionali di rilievo verranno ridimensionate. Pensiamo a un avvocato civilista, per esempio. Già oggi, Chat GPT può scrivere una lettera efficace in tante questioni in cui serve esperienza del Codice Civile.
Insomma, chiunque svolga mansioni in cui esistono algoritmi, schemi, regole, norme e codici, e che siano ripetitive e sempre uguali, è destinato a restare senza lavoro.
Nella storia dell’umanità, sono tantissimi i lavori giudicati indispensabili per anni e poi spariti. Pensate a chi vendeva il ghiaccio o a chi accendeva le luminarie prima dell’avvento dell’elettricità.
La stessa cosa avverrà con tante mansioni: dall’operaio all’impiegato, dal medico all’avvocato, qualunque tipologia di mansione che sia ripetitiva, meccanica e schematizzabile sarà soppiantata dalle intelligenze artificiali.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO: E GLI SCRITTORI E I CANTAUTORI?
Tuttavia, quando si tratta di attività che richiedono creatività, empatia, intuizione e conoscenze specifiche, l’AI non può sostituire l’ingegno e l’esperienza di un professionista.
Per quanto riguarda il lavoro dello scrittore, l’AI può essere utilizzata come strumento di supporto per la generazione di idee e la stesura di bozze di testi, ma non può sostituire completamente il lavoro di un autore. La creatività, l’originalità e lo stile personale di uno scrittore sono elementi che solo un essere umano può garantire.
Inoltre, i mestieri creativi non temono l’altro. Non hanno concorrenza perché non producono oggetti che hanno una domanda.
Ci sono solo colleghi e nessun concorrente con cui competere.
Per esempio, se un’azienda produce pasta, la quantità di domanda di pasta in una nazione è quella, sia che a produrla ci siano 5 aziende, sia che ce ne siano 100. La differenza è che, nel primo caso, le cinque aziende faranno soldi a palate, vendendo ciascuna tonnellate di pasta all’anno, nel secondo, si divideranno la clientela.
Chiunque lavori in settori in cui si vende qualcosa che ha un’utilità per le persone (abiti, auto, telefoni, computer, programmi…) deve fare i conti con la domanda.
Nessuna famiglia al mondo comprerebbe mai un milione di automobili o mille maglioni, una tonnellata di pasta a settimana o dieci computer al mese.
Al contrario, quando una persona entra in libreria o in un negozio di dischi, può acquistare il nuovo romanzo di Stephen King, ma anche quello di un altro autore. Così come se adora Laura Pausini, può acquistare anche l’ultimo album di Adele o di Ermal Meta.
Gli artisti non vivono in un mercato in cui c’è domanda, ma in uno governato dalle emozioni.
Chi le genera e piace vende. Che ci siano dieci scrittori, cinque cantautori, oppure un milione o dieci milioni.
L’AI riuscirà a scrivere canzoni piacevoli e romanzi bellissimi?
Per scrittori e cantanti non cambia nulla. Anziché avere solo colleghi umani, ci saranno anche colleghi macchine. Ma chi legge e ascolta musica potrà continuare a farlo.
Cosa diversa è nel settore della produzione di beni in cui esiste domanda, dove le aziende che utilizzeranno macchine performanti con AI e faranno svolgere lavori impiegatizi alle intelligenze artificiali saranno più competitive: svolgeranno lavori con precisione computerizzata, in maniera efficiente, più velocemente e a costo pari a zero.
Per restare sul mercato e vendere i propri prodotti, tutti i competitor saranno costretti ad adottare le stesse strategie.
In generale, l’intelligenza artificiale può essere un’opportunità per migliorare e ottimizzare il lavoro di molte professioni, compresa quella dello scrittore. L’AI può supportare la ricerca di informazioni, la generazione di idee e la correzione dei testi. Tuttavia, è fondamentale imparare a utilizzare queste tecnologie in modo efficace e creativo, al fine di migliorare la qualità del lavoro e renderle più competitive.
In ogni caso, l’introduzione dell’AI nel mondo del lavoro richiederà sempre di più una formazione continua e un aggiornamento costante delle proprie competenze, al fine di restare al passo con l’evoluzione tecnologica. Inoltre, l’AI non potrà mai sostituire completamente il valore aggiunto che solo un essere umano può offrire, come l’empatia, la creatività e la capacità di pensare fuori dagli schemi.
Questi ultimi sono tutti elementi di chi lavora in ambiti creativi, come lo scrittore, il cantautore, ma anche di alcune tipologie di lavoro manuale, come, a esempio, l’elettricista e l’idraulico, che operano in ambiti difficilmente programmabili e impossibili da rendere meccanici e ripetitivi.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO: CONCLUSIONI
In sintesi, l’intelligenza artificiale farà piazza pulita di moltissime professioni, ma salverà alcuni vecchi mestieri artigianali di un tempo.
E non sostituirà mai il lavoro degli scrittori, di romanzi e di canzoni, poiché non esiste una domanda di libri e di canzoni.
In ogni caso, sarà sempre necessario continuare a formarsi e ad aggiornarsi per restare competitivi in un mondo sempre più tecnologico e in continua evoluzione.
I ragazzi di oggi non dovranno decidere se laurearsi o fermarsi al diploma, perché sarebbe la strada più rapida per restare senza lavoro a vita.
Dovranno capire che continueranno a studiare e a studiare per conseguire lauree differenti per tutto l’arco lavorativo.
Chi non avrà voglia di studiare avrà a disposizione pochissime professioni per esseri umani, in cui non ci sarà la concorrenza delle AI. Idraulici, muratori, pavimentisti, elettricisti. Ma saranno settori intasati da tutti quelli che proveranno a vivere senza studiare, perciò sarà un terno al lotto trovare lavoro.
Quindi, l’imperativo è: studiare e acquisire competenze sempre nuove e performanti, per imparare a sfruttare le nuove tecnologie e migliorare nella vita e nel lavoro.
L’alternativa è demonizzare l’AI, rifiutarla e osservare gli altri avere successo, mentre ci si chiede come mettere un piatto in tavola.

Leggi anche: Il Benessere negli ambienti di lavoro.

Una opinione su "INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO: L’AI SOPPIANTERÀ IL MESTIERE DI SCRITTORE?"