LE ANALOGIE TRA L’OMICIDIO DI JFK E L’ATTENTATO A TRUMP

Scopri le inquietanti analogie tra l’omicidio di JFK e l’attentato a Trump del 13 luglio 2024. Analisi approfondita delle teorie del complotto e delle forze oscure che operano dietro le quinte della politica americana

L’omicidio di John F. Kennedy e l’attentato a Donald Trump del 13 luglio 2024 sono due eventi che, seppur separati da decenni, suscitano un dibattito senza esclusione di colpi su cospirazioni, intrighi e ruoli dei poteri occulti nella politica americana.

Analizzare le analogie tra questi due eventi non solo ci offre una nuova prospettiva sulla storia, ma ci permette anche di capire meglio le dinamiche del potere e le forze oscure che operano dietro le quinte di quella definita la più grande democrazia del mondo.

Questo articolo approfondisce le cinque principali teorie cospirative sull’omicidio di JFK e le mette in relazione con i motivi dell’attentato a Trump, cercando di delineare i punti di contatto e le somiglianze.

Teoria del cecchino solitario: L’atto di un individuo

JFK e Trump: un cecchino solitario?

JFK

Secondo la Commissione Warren, Lee Harvey Oswald ha agito da solo nell’uccidere Kennedy. Oswald, un ex Marine con idee filo-comuniste, aveva motivazioni personali e politiche per compiere l’attentato.

L’attentatore è stato assassinato a sua volta pochi minuti dopo il suo arresto.

Trump: un attentatore isolato?

Trump

Nel caso di Trump, anche in questo caso pare che l’attentatore, ucciso dalle forze dell’ordine, abbia agito da solo, durante un comizio del candidato repubblicano a Butler, in Pennsylvania.

L’Fbi ha identificato l’attentatore: il suo nome era Thomas Matthew Crooks, 20 anni, di Bethel Park, Pennsylvania.

Come Lee Harvey Oswald, anche Crooks si è appostato con un fucile tra le mani e ha fatto fuoco più volte.

E, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stato spinto da motivazioni simili: un disaccordo politico, un’ideologia contraria, o persino una vendetta personale.

Trump è una figura polarizzante che ha suscitato forti emozioni in entrambi i suoi sostenitori e detrattori. Un individuo che lo considerasse una minaccia per la propria visione del mondo potrebbe aver agito in modo simile a Oswald.

Inoltre, pare si tratti di un militare, perciò una persona incline a proseguire il conflitto in Ucraina, contro le teorie politiche di Trump.

Analogia

In entrambi i casi, un attacco da parte di un singolo individuo è una spiegazione semplice che non richiede una cospirazione complessa. Tuttavia, la natura polarizzante di entrambi i presidenti potrebbe aver esacerbato le motivazioni personali di tali individui.

Altra analogia?

In entrambi i casi, gli attentatori sono morti prima che potessero essere interrogati a fondo. In modo che non corressero il rischio di dire cose che non dovevano?

Teoria della cospirazione CIA/Mafia: alleanza di comodo

JFK: La mano della CIA e della Mafia

JFK

La teoria della cospirazione che coinvolge la CIA e la Mafia sostiene che entrambe le organizzazioni avevano motivi per volere la morte di Kennedy.

La CIA era risentita per il fallimento della Baia dei Porci e per l’idea del presidente di ridurre l’agenzia in organizzazioni più piccole, mentre la Mafia era sotto la pressione della guerra al crimine organizzato condotta dai Kennedy.

Trump: il “deep state” e la criminalità organizzata

Trump

Trump ha avuto rapporti difficili con le agenzie di intelligence, spesso accusandole di essere parte del “deep state” che cercava di sabotare la sua presidenza.

Inoltre, il suo giro di vite su immigrazione e traffico di droga potrebbe aver messo in allerta gruppi criminali organizzati.

Se l’attentato fosse stato orchestrato da elementi interni al governo in collaborazione con gruppi criminali, vi sarebbe una chiara analogia con la teoria CIA/Mafia su JFK.

Analogia

In entrambi i casi, un’alleanza tra agenzie governative e gruppi criminali potrebbe essere motivata dalla percezione di una minaccia comune rappresentata dai presidenti.

La combinazione di poteri legali e illegali per rimuovere un leader considerato pericoloso per i loro interessi stabilisce un inquietante parallelo.

Teoria della cospirazione del governo degli Stati Uniti: minaccia interna

JFK: la minaccia interna al governo

JFK

Elementi all’interno del governo degli Stati Uniti, inclusi l’FBI e il Pentagono, potrebbero aver visto Kennedy come una minaccia per le loro operazioni e i propri interessi.

Le sue politiche di distensione con l’Unione Sovietica e l’intenzione di ritirarsi dal Vietnam avrebbero alterato l’equilibrio di potere e cancellato gli interessi di molti.

Trump: sfida all’establishment politico

Trump

Trump ha spesso sfidato l’establishment politico e ha cercato di smantellare ciò che considerava un sistema inefficiente e corrotto.

La sua retorica anti-establishment e le sue politiche di riforma hanno irritato molti potenti all’interno del sistema di potere.

Se l’attentato fosse stato motivato da elementi del Pentagono che vedevano in Trump una minaccia alla loro posizione, vi sarebbe una chiara analogia con la teoria di JFK.

Analogia

Entrambi i presidenti hanno affrontato resistenze interne da parte di chi temeva che le loro politiche potessero ridimensionare il proprio potere.

Teoria della cospirazione industriale militare: il profitto della guerra

JFK: I profitti del complesso militare-industriale

JFK

La teoria che il complesso militare-industriale abbia orchestrato l’omicidio di Kennedy si basa sul fatto che JFK stava cercando di ridurre il coinvolgimento americano in Vietnam, minacciando i profitti dell’industria della difesa.

Trump

Trump ha avuto una politica estera controversa, cercando di ridurre il coinvolgimento americano in guerre all’estero e promuovendo una politica al grido di “Prima l’America”.

Questa posizione ha minacciato gli interessi economici del complesso militare-industriale che prospera grazie ai tanti conflitti che gli USA accendono in diverse parti del mondo.

Se l’attentato fosse stato legato a questi interessi economici, vi sarebbe una chiara analogia con la teoria industriale militare di JFK.

L’idea di Trump di scrivere la parola fine nel conflitto in Ucraina va contro gli interessi di chi vorrebbe continuare a guadagnare vagonate di dollari grazie alla produzione di armi.

Inoltre, l’Ucraina è un immenso giacimento di materie prime e la storia ci insegna che gli americani hanno un senso dell’esportazione di democrazia molto più forte in questi casi…

Per di più, sono particolarmente disattenti ai genocidi e ai crimini di guerra quando a infliggerli a migliaia di innocenti sono i loro amici definiti democratici.

(Ogni riferimento al genocidio di Gaza è calzante)

Analogia

In entrambi i casi, i presidenti hanno minacciato gli interessi economici di potenti settori legati alla difesa e ciò ha generato opposizione da parte di coloro che traggono profitto dalla guerra e dal conflitto.

Conclusioni: un misto di potere e guadagno dalle guerre

Le analogie tra l’omicidio di JFK e l’attentato a Trump ci offrono una prospettiva inquietante su come il potere e le cospirazioni operino dietro le quinte della politica americana.

Sia JFK sia Trump hanno sfidato l’establishment in modi significativi, affrontando nemici interni ed esterni che percepivano le loro politiche come minacce esistenziali.

  • Sia JFK che Trump hanno messo in discussione lo status quo politico ed economico, attirando potenti oppositori.
  • Entrambi hanno avuto relazioni difficili con le agenzie di intelligence, alimentando sospetti di cospirazione.
  • Le loro politiche, spesso radicali e divisive, hanno creato potenti nemici pronti a difendere i propri interessi, economici e di ruolo.

Queste somiglianze suggeriscono che le forze oscure del potere non sono una novità nella politica americana, ma una costante che si ripresenta ogni volta che un leader cerca di apportare cambiamenti significativi.

Che si tratti di singoli individui o di complesse cospirazioni, la storia ci insegna che il prezzo del cambiamento può essere elevato, e spesso, il potere reagisce in modo imprevedibile e drammatico.

L’analisi di questi eventi ci invita a riflettere sulla natura del potere e sulla fragilità della democrazia quando interessi nascosti e potenti forze si scontrano con il cambiamento.

La comprensione delle dinamiche che hanno portato a questi atti di violenza politica è essenziale per comprendere come, talvolta, attribuiamo patenti di buoni a paesi che, nella realtà dei fatti, non sono poi così meno cattivi di altri.

D’altronde, gli Stati Uniti hanno una storia controversa: l’attentato oscuro dell’11 settembre, l’omicidio di Dallas, senza dimenticare che si tratta di una nazione che si è fatta spazio ai danni dei nativi americani, sterminati e rinchiusi in riserve, salvo trasformarli in criminali selvaggi grazie a Hollywood.

-Pasquale Di Matteo-

Locandina pubblicitaria del libro "Dubbi & Verità", di Pasquale Di Matteo e Danilo Preto

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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