LA NATO VINCE, PUTIN PERDE. MA SOLO NEI COMUNICATI STAMPA.

LA NATO VINCE E PUTIN PERDE: IL RACCONTO CHE NON TORNA

Da quasi tre anni la narrativa dominante ci assicura che la NATO sta vincendo e che Putin sta perdendo. Il rublo doveva essere al tappeto già a maggio del 2022, in virtù delle sanzioni dirompenti dell’Occidente.

La Russia non è in grado di produrre nemmeno più munizioni per i suoi soldati al fronte, tanto che i soldati sarebbero costretti a combattere con delle pale e a smontare microchip dagli apparecchi ucraini – per farne cosa, poi, mah, chissà?!

Questi sono racconti che la propaganda occidentale ha spacciato per verità dal 2022 a oggi.

Ma quanto c’è di vero in questa propaganda? Analizziamo i fatti, i numeri e le contraddizioni per capire meglio la situazione reale al fronte.

LA GUERRA IN UCRAINA: CHI STA REALMENTE VINCENDO?

Le notizie della propaganda occidentale parlano di una Russia allo stremo: senza risorse, senza munizioni, con diserzioni in aumento e un’economia che crolla. Eppure, guardando la mappa, la Russia controlla oggi quasi il 25% dell’Ucraina e il territorio in mano russa aumenta giorno dopo giorno.

Come fanno i soldati a conquistare territorio se hanno solo delle pale tra le mani?

LA GRANDE CONTROFFENSIVA DI MAGGIO 2023

La famosa controffensiva ucraina di maggio 2023, che doveva segnare una svolta nella guerra, ha avuto un costo umano impressionante: circa 100.000 soldati ucraini tra morti e mutilati. E per cosa?

Per riconquistare al nemico una porzione di territorio pari alla provincia di Prato, km di terra e villaggi riconquistati dai russi nei mesi seguenti. Perciò, una controffensiva inutile, se non ad annientare l’esercito ucraino.

Nel complesso, in quasi tre anni di conflitto, l’Ucraina conterebbe almeno 500.000 vittime tra morti e invalidi e vede un quarto del suo territorio occupato dal nemico, nonostante l’iperbolica cifra di 350 miliardi di dollari investiti dall’Occidente per combattere la guerra per procura contro la Russia.

La Nato ci ha messo armi e soldi, l’Ucraina il futuro dei suoi giovani che sono morti o sono inservibili, sia al fronte sia per il futuro del Paese.

I risultati sul campo?

Un disastro.

Ogni nuova offensiva o missile a lungo raggio fornito dall’Occidente ha portato Mosca a consolidare le sue posizioni e a conquistare nuovi territori, per allontanare i confini delle due nazioni, rendendo inutili le stesse armi donate dalla NATO.

In pratica, a ogni concessione della Nato a Zelensky è corrisposta una più ampia conquista dei territori ucraini da parte della Russia.

LE STRATEGIE DELLA RUSSIA: IL TEMPO GIOCA A SUO FAVORE

UNA GUERRA DI LOGORAMENTO

La Russia ha scelto una strategia apparentemente lenta, ma devastante: non entrare nelle città principali, ma circondarle, tagliare i rifornimenti e lasciare che siano le comunicazioni interne a distruggere la propaganda di Kiev.

Grazie a messaggi e testimonianze dei soldati e dei civili intrappolati, infatti, le informazioni dal fronte arrivano direttamente ai cittadini ucraini in tutto il Paese, smentendo la narrativa ufficiale e la propaganda occidentale.

Una guerra di comunicazione che è impossibile smentire perché i protagonisti sono i cittadini e i soldati ucraini al fronte.

Infatti, circa dieci milioni di ucraini hanno abbandonato il Paese in questi circa tre anni, nonostante la propaganda occidentale continui a raccontarci la favola per cui i giovani ucraini corrono ad arruolarsi contro l’invasore russo.

LA FORZA DELL’ECONOMIA RUSSA

Nonostante le sanzioni occidentali, l’economia russa si è dimostrata resistente.

Più del previsto? Sì, ma la cosa non stupisce chi conosce la storia della Russia, invece, come si evince, la storia russa è sconosciuta a chi oggi occupa i vertici dei paesi Nato.

Nel frattempo, l’Europa ha subito un impatto economico devastante, con costi energetici alle stelle e una recessione che sembra inarrestabile, dove persino l’ex locomotiva tedesca sembra essere all’angolo, pronta a cadere.

Inoltre, Putin è riuscito a tessere relazioni internazionali molto forti con la prossima superpotenza economica mondiale, quella Cina che è un alleato prezioso anche in ottica militare. Per di più il peso specifico dei BRICS è cresciuto esponenzialmente e il mondo è spaccato in due blocchi contrapposti, con la NATO in forte difficoltà, sia sotto il profilo economico sia quanto a truppe e armamenti.

I COSTI DELLA GUERRA: UN CONFLITTO CHE PESA SULL’OCCIDENTE

I NUMERI IMPRESSIONANTI DELLA GUERRA

  • Cinquecentomila vittime ucraine tra morti e feriti gravi.
  • 350 miliardi di dollari spesi dalla NATO, pari al PIL di metà dell’Africa.
  • Milioni di persone sfollate : la popolazione ucraina è scesa da 40 milioni a circa 27 milioni, tra diserzioni e fughe, più per non essere arrestati e mandati al fronte dal regime di Kiev che per paura dei russi.

E tutto questo per una guerra che non ha mai avuto possibilità di essere vinta dall’Ucraina, perché è la storia a raccontarci che la Russia ha decretato la fine di imperi imbattibili, quali erano quello di Napoleone e di Hitler e che nessuna superpotenza può essere sconfitta.

D’altronde, il buonsenso ci dice anche che solo al prezzo dell’annientamento del pianeta la Russia e gli Usa potrebbero perdere una guerra combattuta una contro l’altra e non per procura.

Senza dimenticare il fatto che la NATO pretende di stravolgere le democrazie occidentali, ridimensionando la già scarsa spesa pubblica per pensioni e sanità in modo da aumentare la produzione di armi per una futura guerra con la Russia.

IL FALLIMENTO DELLA NATO

Ogni azione intrapresa dall’Occidente ha ottenuto l’effetto opposto. L’invio di armi, l’estensione del raggio d’azione dei missili e le sanzioni non hanno fatto altro che rafforzare la morsa di Mosca sul campo.

La NATO ha persino organizzato una conferenza di pace in Svizzera senza invitare la Russia, un gesto che dimostra quanto sia surreale l’approccio occidentale alla diplomazia.

Come se i nostri illustri geni al comando dei paesi NATO fossero convinti che bastasse trovare un accordo di massima e comunicarlo a Putin. Così questi, spaventato dall’accordo raggiunto senza la Russia, avrebbe ordinato l’immediato ritiro delle sue truppe.

Se non fosse la triste realtà di quanto fatto dall’Occidente, sembrerebbe una caricatura malriuscita a Zelig di un pezzo sulla politica.

LA GEOPOLITICA CHE NON PERDONA

UN ERRORE ANNUNCIATO

La NATO sapeva benissimo che anche solo ipotizzare l’ingresso dell’Ucraina nell’orbita statunitense avrebbe scatenato una reazione da parte della Russia. Chiunque conosca la storia sa che è così.

Le superpotenze non tollerano minacce ai loro confini, come dimostrano gli Stati Uniti con il Messico o Cuba.

Come ci ricorda la storia, appunto. Basta studiarla.

Eppure, nonostante i segnali chiari, l’Occidente ha deciso di ignorare la storia, grazie a scappati di casa in giacca e cravatta che occupano i posti di comando ai vertici dei paesi NATO.

Due precedenti illustri colleghi di questi scappati di casa, Napoleone e Hitler, hanno provato a sfidare la Russia e sono stati spazzati via, sebbene avessero due imperi alle spalle ed eserciti considerati imbattibili ai loro ordini.

UNA GUERRA COMMERCIALE MASCHERATA DA SCONTRO IDEOLOGICO

Ma perché la NATO ha voluto provocare la Russia e sacrificare i giovani ucraini per combattere una guerra per procura contro Mosca?

A ben vedere, il conflitto in Ucraina non è altro che una guerra commerciale per il controllo del mercato energetico europeo.

  • La Russia aveva il monopolio del gas in Europa, una situazione che gli Stati Uniti non potevano accettare. Gazprom riforniva l’intera Europa, fin dai primi anni 2000 e aveva estromesso ogni interesse commerciale in tal senso degli USA.
  • Il controllo dell’Ucraina diventava cruciale in tal senso. Ecco il perché del golpe finanziato dall’America, quello che cacciò un presidente eletto democraticamente per porre al governo di Kiev un uomo vicino agli interessi a stelle e strisce.
  • L’attacco al Nord Stream 2 e il sostegno a Zelensky fanno parte di una strategia per estromettere Mosca dal mercato energetico europeo. Lo stesso controllo dell’Ucraina è cruciale per gli Stati Uniti per il medesimo scopo, come abbiamo visto. Perché NOrd Stream 1 e 2 erano tubi che arrivavano direttamente in Germania e aggiravano tutti i tentativi degli Stati Uniti di controllare il territorio della Gergia e della stessa Ucraina per indebolire Gazprom e Mosca.
  • Lo stesso Assad è diventato improvvisamente un sanguinario dittatore quando si è opposto alla costruzione di un tubo che fosse alternativo a quelli che dalla Russia arrivavano direttamente in Europa.
  • La Nato è arrivata persino a dirci che i terroristi dell’ISIS che sono stati finanziati e addestrati dall’Occidente, come Al Qaeda d’altronde, adesso non sono più né terroristi né nemici dell’Occidente.

CONCLUSIONI: LA GUERRA CHE NESSUNO PUÒ VINCERE

L’Ucraina è oggi un Paese devastato, smembrato e privo di prospettive.

Se due anni fa, avrebbe potuto avere una piccola voce in capitolo, oggi non conta nulla. L’unico che può decidere se accontentarsi o meno e l’unico che possa permettersi di proporre qualcosa degno di nota per giungere alla fine delle ostilità è Putin.

Infatti, solo chi sta vincendo una guerra ha il coltello dalla parte del manico.

La NATO ha dimostrato di non avere una strategia reale, mentre la Russia avanza lentamente, ma inesorabilmente e conta sul fattore tempo, che inguaia sempre di più i governi occidentali che, infatti, cadono uno dopo l’altro: Francia, Germania, Stati Uniti in testa.

Anche la Romania, avamposto indispensabile per la Nato, ha visto i cittadini scegliere qualcuno contrario a una guerra contro la Russia, ma ci hanno raccontato che gli influencer hanno spinto i rumeni a votare per lui.

Eppure è strano: pochi mesi, i giornalisti italiani esaltavano i vari influencer che invitavano gli americani a votare Kamala Harris.

I social valgono solo se gli influencer invitano a votare chi piace a USA e NATO?

Questa guerra ha un unico vincitore indiscusso: Putin, quello che doveva essere messo all’angolo dalle sommosse russe mai scoppiate; quello che doveva morire di cancro o per qualche attentato. Quello che doveva essere arrestato come il compagno di crimini di guerra Netanyahu.

Ma questa guerra ha anche una lunga lista di sconfitti: i cittadini ucraini, l’economia europea e la credibilità dell’Occidente.

Tutto questo per il capriccio di una classe dirigente incapace di distinguere tra geopolitica e giochi di potere.

Una classe dirigente di scappati di casa, capace di riscrivere la storia, invitando l’Ucraina e non la Russia alle commemorazioni sulla caduta del nazismo, l’Ucraina che venera famosi nazisti e non la Russia che ha pagato con ben 28 milioni di morti la liberazione dell’Europa dal nazismo e dei campi di concentramento.

Un po’ come Begnini e il suo film favolistico che gli valse l’Oscar, insomma.

Copertina Dubbi & Verità

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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