Dalla famosa frase di Mario Draghi «le sanzioni occidentali hanno avuto effetti dirompenti sull’economia russa» – era settembre 2022 – a oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti.
Zelensky, l’eroe in mimetica che il mondo occidentale ci ha presentato come il nuovo Churchill, ammette ora che Crimea e Donbas sono “irrecuperabili.”
Beh, cosa che scrivo e sostengo in ogni dove dal 2022, attirando critiche ed epiteti di tanti esperti che, alla prova dei fatti, ne escono con le ossa rotte. Un po’ come già accaduto con il Covid, per non perdere il vizio.
Una retromarcia elegante, quella di Zelensky, sicuramente più facile da vendere ai media rispetto a una disfatta militare che è evidente a chiunque non abbia solo spazio tra le orecchie.
Ma come siamo arrivati qui?
Facciamo un viaggio attraverso le promesse non mantenute e le narrazioni da copertina che ci hanno venduto nel corso di questa guerra i vari illustri giornalisti italiani.
LE SANZIONI DIROMPENTI CHE HANNO DIROTTATO LE NOSTRE BOLLETTE
Partiamo dalle sanzioni, quelle che avrebbero dovuto far collassare l’economia russa in due settimane.
Ricordate?
Le riserve di Putin sarebbero dovute evaporare, il rublo sarebbe stato carta straccia entro maggio 2022, poi entro settembre, poi prima di Natale, e il popolo russo, affamato e disperato, si sarebbe ribellato al dittatore.
– Solo che, quando definivo Putin un dittatore sanguinario e mandante dell’assassinio di Anna Politkovskaja, il 7 ottobre 2006, venivo sommerso da critiche. –
Gli stessi che oggi definiscono Putin il nuovo Hitler definivano me un ingenuo, incapace di comprendere che il presidente russo fosse il meglio che potesse capitare all’Europa.
Infatti, c’era la fila di politici di ogni estrazione – anche italiani – per stringere la mano al dittatore – ops, allora era meglio dire presidente russo – e scattare selfie con lui.
Poi, dopo che l’America ha alzato la voce, provocato sommosse e interferito con le elezioni in diversi stati ex sovietici, tra cui Georgia, Ucraina, Moldavia, ecco che Putin è diventato improvvisamente un dittatore.
Ed ecco le sanzioni, che dovevano mettere Mosca in ginocchio.
Risultato?
La Russia ha guadagnato più dalla vendita di petrolio e gas da quando l’Europa ha deciso di boicottarla, grazie agli accordi commerciali siglati con Africa, Cina, India e altri paesi dell’area BRICS.
Nel frattempo, chi si ribella davvero è il cittadino europeo, costretto a scegliere tra pagare l’affitto o scaldarsi in inverno, con le fabbriche sempre più in difficoltà e interi settori industriali messi in ginocchio – non solo per colpa della guerra in Ucraina, ma anche per la cecità di certe politiche green che hanno annientato il comparto auto, per esempio.
CONTROFFENSIVA UCRAINA: IL SOGNO INFRANTO
Poi c’è stata la tanto attesa controffensiva ucraina, quella della primavera del 2023, dipinta come un evento epico che avrebbe fatto impallidire il D-Day.
Decine di miliardi in aiuti militari, tank avanzati, droni all’avanguardia. Per l’antiquato esercito russo non c’era scampo.
Invece?
La realtà è stata diversa da quanto racconta da decenni la propaganda di Hollywood, dove gli americani sono tutti Rambo e i russi un po’ fessi e armati con fucili della Seconda Guerra Mondiale.
La realtà, infatti, più di un film d’azione è stato un horror: decine di migliaia di soldati ucraini morti e nessuna avanzata degna di nota.
Così, quella che era stata venduta come controffensiva si è presto trasformata in “Resistenza eroica”.
D’altronde, il conto lo paga chi è in trincea, non chi scrive editoriali.
LA CONQUISTA DI KURSK: UN MIRAGGIO MEDIATICO
È stata annunciata perfino una fantomatica “conquista” di Kursk, una città ben dentro il territorio russo.
Un’operazione così segreta che nessuno sul campo – neppure gli ucraini – ne aveva mai sentito parlare. Infatti, le immagini che arrivavano dal territorio mostravano soldati armati fino ai denti e dall’inglese madrelingua.
Che l’Ucraina avesse preparato un battaglione di professori di letteratura anglosassone? E a quale scopo?
Ovviamente, si tratta di una battuta ed è più probabile che a scatenare l’offensiva contro Kursk siano stati battaglioni Nato, in prima istanza britannici e americani.
Eppure, nonostante l’evidenza della lingua inglese, veniva escluso ogni coinvolgimento di soldati Nato sul campo. Ma si sa, la narrazione è importante e, se la realtà non è all’altezza delle aspettative, basta inventarla.
LE PALE E I MICROCHIP: LA MISERIA DELL’ESERCITO RUSSO (O NO?)
Un altro grande classico è stato quello dell’esercito russo a corto di munizioni. Una forza militare descritta come così disperata da dover combattere con pale e smontare microchip dai frigoriferi delle famiglie ucraine.
Lo so, anch’io mi chiedo ancora a cosa servissero i microchip, domanda a cui i nostri illustri analisti occidentali ancora non hanno fornito risposte che non siano peggiori della notizia in sé.
Eppure, i bombardamenti su Kiev e altre città ucraine non sembrano mai calare, anzi, negli ultimi mesi si sono intensificati, così come i territori conquistati dai russi sono sempre più vasti, soprattutto da quando il presidente americano uscente, Joe Biden, nonostante lo schiaffo dato alle sue politiche dagli elettori americani, abbia pensato bene di consentire agli ucraini di bombardare in profondità la Russia.
In risposta, Putin ha ordinato di avanzare in Ucraina, per allontanare i confini russi e rendere inutili i nuovi missili americani con maggiore gittata. Ancora una volta, nonno Joe e i suoi amici immaginari sono stati geniali, non c’é che dire.
Inoltre, se questi sono i risultati delle pale russe e dei microchip, forse dovremmo chiederci dove comprare le nostre e smettere di gettare via miliardi nell’acquisto di F35.
PUTIN: ROVESCIATO O IMMORTALE?
Per mesi, ci hanno garantito che Putin fosse prossimo alla caduta.
Rivolte interne, malcontento tra le élite, crollo del consenso: lo zar stava per essere deposto dal suo stesso popolo.
Eppure, eccolo lì, ben saldo al Cremlino, mentre le nostre previsioni di rivoluzioni si accumulano come i bollettini meteo sbagliati. Solo che qui non ci sono albergatori che si arrabbiano, ma giovani mandati al macello.
Nel frattempo, hanno perso elezioni e potere i presidenti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia.
PUTIN: CANCRO, PARKINSON O IMMORTALITÀ?
Parlando di bollettini, impossibile dimenticare le diagnosi mediche improvvisate che ci venivano servite quotidianamente: “Putin ha il cancro terminale”; “Putin ha il Parkinson”; “Putin è clinicamente morto, ma nessuno gliel’ha detto.”
No, dai, l’ultima era mia, ma non era peggio delle altre, visto quanto decretato dal tempo e dai fatti.
Perché, mentre i presidenti occidentali perdono consensi e potere, Putin continua a presiedere riunioni e firmare decreti.
Che sia immortale? O, più semplicemente, che le analisi dei nostri illustri esperti fossero campate per aria?
I MISSILI A LUNGO RAGGIO: L’ARMA DECISIVA CHE NON DECIDE
Poi ci sono stati i missili americani a lungo raggio.
“Con questi, l’Ucraina vincerà sicuramente,” ci dicevano, “o costringeranno Putin a sedersi al tavolo dei negoziati” – peccato che i negoziati ci fossero già stati nel 2022, ma la Gran Bretagna intervenne, promettendo a Zelensky il sostegno della Nato, purché stracciasse l’accordo.
I missili americani avrebbero colpito le retrovie russe, distrutto le loro linee di rifornimento e ribaltato il corso della guerra.
Invece? Come già spiegato, la Russia è entrata più in profondità in Ucraina, spostando indietro le linee nemiche e rendendo inutili i missili americani. La guerra continua e l’unico corso ribaltato sembra essere quello delle nostre aspettative.
LE MINE ANTIUOMO: MA NON ERANO CRIMINI DI GUERRA?
Dulcis in fundo, le mine antiuomo. Per anni, l’Occidente le definite crimini di guerra. Ora, improvvisamente, diventano accettabili se servono alla “giusta causa.” Episodio che conferma quanto la Nato sia alla frutta.
Ma una mina è una mina e le sue vittime sono sempre civili innocenti.
Dov’è finita la coerenza?
Mi perdonerete la blasfemia: accostare coerenza alle scelte scellerate dell’Occidente va oltre il coraggio ed è quasi follia.
LA RESA DI ZELENSKY E L’ESPANSIONISMO RUSSO
Ora che Zelensky ha, di fatto, ammesso la vittoria della Russia, molti degli analisti che ci hanno raccontato idiozie fino a oggi sono stati messi a tacere. – O, almeno, quella è la speranza.
Non esiste nessuna possibilità che l’Ucraina, con o senza intervento di terzi, possa battere una super potenza militare, soprattutto se si tratta della potenza nucleare più potente sul pianeta.
Eppure, esistono ancora persone cieche, lontane dal mondo e da ogni logica, come l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, che, nonostante tutto, invita ancora a gli Ucraini a un inutile massacro ed esorta i paesi europei a inviare anche i propri giovani a morire in Ucraina, spremendo ancora di più le loro economie al collasso per inviare ulteriori inutili armi.
Un po’ come Hitler continuava a voler inviare truppe che non aveva più contro russi e americani. Perché si sa: chi è stato folle fin dal principio non può certo suggerire idee intelligenti sotto pressione.
Senza dimenticare l’idiozia e l’illogicità di chi ci racconta che la Russia è al tappeto, il suo esercito ai minimi termini e il rublo non vale più nulla, ma poi ci dicono che l’Europa deve attrezzarsi per una guerra contro Putin, perché, dopo l’Ucraina, vorrebbe conquistare l’intero continente europeo.
Con quali soldi, se il rublo è carta straccia? Con quali armi, visto che combattono con delle pale? Con quali soldati, visto che non ne ha più e deve chiederne in prestito all’estero?
Già da queste dinamiche, si comprende lo stato imbarazzante del giornalismo di casa nostra.
CONCLUSIONE: IL CASTELLO DI CARTE SI SGRETOLA
La guerra in Ucraina è stata una narrazione, un romanzo che ci hanno raccontato a puntate.
C’era il cattivo, c’era l’eroe, c’erano i mentori dell’eroe e perfino gli aiutanti, c’era il viaggio, rappresentato dalla guerra… peccato che il finale sia stata una tragedia e che, sia l’eroe Zelensky sia i suoi mentori e aiutanti, la Nato, ne escano con le ossa rotte, ridimensionati militarmente e umiliati a livello internazionale.
La Nato è stata costretta persino a trasformare i tagliagole dell’Isis in democratici, pur di cacciare Assad dalla Siria per colpire Putin.
Perché la guerra in Ucraina è cominciata con la cacciata di Yanukovich grazie al colpo di stato voluto dagli americani, con i famosi cecchini che sparavano sulla folla – cecchini che la propaganda occidentale tentò di spacciare per governativi, ma che Ivan Katchanovski, politologo ucraino-canadese, non certo russo o putiniano, dell’Università di Ottawa, ha dimostrato essere agenti di estrema destra, grazie a una minuziosa indagine e alla raccolta di prove schiaccianti.
Un golpe voluto da chi voleva scatenare una reazione da parte del pubblico per accrescere il sostegno a Euromaidan in tutto il Paese e rovesciare un presidente eletto dal popolo, ma che non accettava di giungere a patti con Europa e America, soprattutto per quanto concerne il gas.
Perché la Russia aveva completato un vero e proprio monopolio della vendita di gas in Europa, attraverso Gazprom, estromettendo gli USA, i quali tentarono di mettere uomini di fiducia al potere in Moldavia, Ucraina, Georgia, attraverso ingerenze nelle elezioni o spingendo per vere e proprie rivolte.
Lo stesso Assad è diventato un sanguinario dittatore subito dopo aver detto no al progetto di far passare un tubo dai paesi arabi all’Europa, per dare un’alternativa agli europei e indebolire il monopolio di Mosca.
D’altronde, i tanti accordi commerciali tra Europa e Russia e con la Cina stavano emarginando sempre più gli Usa, i quali, infatti, sono gli unici veri vincitori nella guerra contro la Russia combattuta per procura dagli ucraini e con i soldi degli europei.
Oggi, infatti, l’Europa ha incollato mani e piedi agli Usa, estromettendo la Russia e interrompendo tanti accordi con la Cina. Le aziende americane che prima soffrivano, ora vanno a gonfie vele, mentre l’economia europea è al tappeto. Perfino la Germania è in crisi nera.
La Germania!
La realtà, come spesso accade, è molto meno romantica della fantasia e di tante propagande.
E mentre i nostri politici continuano a scrivere nuovi capitoli di questa favola, mentre i pennivendoli continuano a indottrinare le masse e gli alti funzionari europei spingono perché i giovani europei vengano mandati al macero, i giovani ucraini sul campo pagano il prezzo più alto.
Forse è ora di chiudere il libro e affrontare i fatti con onestà.
Resta solo una domanda: ora che anche Zelensky si è reso conto che la Russia non può perdere la guerra contro la Nato e che i territori conquistati non sono in discussione – così come l’Ucraina non ha alcuna speranza di entrare nella Nato, proprio come non hanno speranza il Messico di entrare nell’influenza russa o Cuba non l’ebbe di istallare missili sovietici, per ovvie ragioni di geopolitica – chi risarcirà le famiglie dei circa cinquecentomila ucraini morti o mutilati?
Chi risarcirà i danni di trilioni di dollari subiti dagli europei?
Ma, ancora di più, chi toglierà dai loro posti i tanti giornalisti che hanno raccontato panzane in questi tre anni? E gli analisti idolatrati in televisione? E i politici responsabili di questa tragedia?
E chi risarcirà quelli che, invece, venivano sbeffeggiati, tipo Orsini, – e, nel mio piccolo, quelli come me – che raccontavamo già tre anni fa come sarebbe finita?
Infine un invito: questa vicenda ci dimostra ancora una volta quanto sia indispensabile ascoltare e seguire chi ha veicolato analisi che si sono rivelate fondate, mentre è necessario lasciar perdere chi non ne ha azzeccata mezza.
L’informazione è una cosa seria. Torniamo a un’informazione onesta, vera, autentica e, appunto, seria.


ALCUNE DELLE FONTI CONSULTATE: (https://www.swissinfo.ch/ita/fmi%3A-economia-mondo-resiliente%2C-pil-%2B3%2C2%25/87776719#:~:text=Il%20Fondo%20Monetario%20Internazionale%20rivede,2%20punti%20percentuali%20du%20luglio). ; https://it.euronews.com/my-europe/2024/05/21/sanzioni-alla-russia-per-la-prima-volta-leuropa-discute-restrizioni-al-gas ; https://www.panorama.it/economia/sanzioni-contro-russia-non-funzionano ; https://www.today.it/mondo/economia-russia-occidente-petrolio-sanzioni.html ; https://www.analisidifesa.it/2024/12/landamento-della-guerra-in-ucraina-nelle-valutazioni-della-nato/ ; https://www.today.it/mondo/guerra-in-ucraina-feriti-amputati-kiev.html ; https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/18/zelensky-non-abbiamo-forze-riconquistare-donbass-crimea/7809189/)