PERCHÉ NON SERVE ESSERE AVVOCATO PER CAPIRE CHE IL NUOVO CODICE DELLA STRADA È INCOSTITUZIONALE

Per mesi, ci siamo domandati come mai l’attuale governo italiano corresse dietro alle politiche tragicomiche della Nato, che hanno portato alla distruzione dell’Ucraina e al disastro economico in Europa, poi è stato introdotto il nuovo codice della strada e abbiamo compreso tutto. O quasi, visto che le sorprese sembrano non finire mai.

Sì, perché, dopo aver creduto che il baratro dell’illogicità fosse stato raggiunto con “paracetamolo e vigile attesa e banchi a rotelle”, è arrivato un governo che è riuscito a introdurre norme ancora più fuori di testa.

Questa volta, persino palesemente incostituzionali.

Quindi, benvenuti nel meraviglioso mondo del nuovo codice della strada italiano, dove la logica è un optional e la costituzionalità è un concetto flessibile, che può piegarsi alle parole di qualche ducetto del duemila, uno dei tanti capaci di scambiare un discorso da Bar Sport per filosofia.  

Ma andiamo a spiegare perché le norme relative al controllo delle sostanze stupefacenti e dell’alcool riescano a violare i principi di uguaglianza e di ragionevolezza con una maestria degna di un prestigiatore.

PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA

Articolo 3 della Costituzione Italiana: “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”.

Ma non preoccupatevi, il nuovo codice della strada ha trovato il modo di rendere questo principio un po’ più… elastico: infatti quelle deroghe che si vorrebbe introdurre per chi utilizza cannabis a scopo terapeutico sono un esempio brillante di come creare discriminazioni ingiustificate.

Perché, secondo i nostri illuminati governanti, se usi cannabis per motivi terapeutici, la tua capacità di guidare non viene influenzata dalla sostanza considerata stupefacente, a differenza di quanto accade a tutti gli altri cittadini che dovessero usarla senza prescrizioni mediche.

Vedo già le scene ai controlli.

«E no, agente, non può multarmi perché io posso farne uso.»

«E chi lo dice?»

«Il certificato!»

Sembra un vecchio sketch di Zelig, che chi ha qualche primavera sulle spalle ricorderà certamente, invece è la realtà partorita dalle menti eccelse che guidano il Paese.

Inoltre, se si ammette l’uso della sostanza stupefacente in determinate condizioni, implicitamente si afferma che guidare sotto i suoi effetti non è pericoloso per sé e per gli altri.

Geniale, vero?

Allora, perché vietarne l’uso?

PRINCIPIO DI RAGIONEVOLEZZA

La ragionevolezza delle norme è un altro cardine costituzionale, più volte dibattuto dall’Alta Corte.

Ma la ragionevolezza sarà sembrata un antiquato intoppo per chi ha pensato bene di imporre sanzioni severe e ritiri della patente a chi risulti positivo a droghe assunte fino a tre giorni prima.

Poco importa se il sabato sera hai fatto festa e il martedì mattina sei fresco come una rosa, poiché la precisione dei nuovi test è talmente infallibile che persino il paracetamolo può trasformarti in un pericoloso criminale della strada.

E chi se ne importa se punire chi ha assunto droghe giorni prima è irragionevole!

Per i nostri illustri legislatori sono dettagli, soltanto dettagli.

Alla data in cui scrivo, infatti, risulta almeno un cittadino multato e privato della patente per aver assunto paracetamolo giorni prima di mettersi alla guida. Sì, avete capito bene, il paracetamolo. (Fonti: https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/sch-nuovo-codice-strada-farmaci-quali-sospensione-patente-fqet4jaq

https://www.positanonews.it/2024/12/nuovo-codice-della-strada-incredibile-ma-vero-anche-una-tachipirina-puo-costarti-la-patente/3759139/)

Il paracetamolo, quello della “vigile attesa”, altra genialata di un altro illustre governante che ha sulla coscienza fatti ben più gravi del ritiro della patente.

Questo episodio dimostra quanto siano precise e giuste le nuove norme, anche se il principio di legalità richiederebbe che le norme fossero chiare e non arbitrarie, ma chi ha tempo per queste sottigliezze quando si può fare cassa con multe ingiuste e coprire, almeno in parte, il buco fatto con l’invio di armi in Ucraina?

PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ

E vogliamo parlare del principio di proporzionalità?

Chi governa, lo so, deve promulgare leggi, mica conoscere i codici e la Costituzione, perbacco!

Perciò, bisogna capirli…

Tuttavia, per qualcuno esistono ancora i principi del Diritto, in cui la proporzionalità implica che le sanzioni, comprese le multe e altre pene, debbano essere adeguate e non eccessive rispetto alla condotta sanzionata: proporzionali al fatto compiuto, appunto.

Ad esempio, sanzionare con una pesante multa e con il ritiro della patente un cittadino che ha assunto paracetamolo, risultato falsamente positivo ai test per sostanze stupefacenti, è evidentemente sproporzionato e ingiusto.

Nel caso del paracetamolo, potremmo dire che il “fatto non sussiste”, cosa che dovrebbe essere ben assimilata dal ministro Matteo Salvini.

La stessa logica si applica alla questione dei controlli sulle droghe: punire chi ha fatto uso di sostanze stupefacenti il sabato sera e non è più sotto l’influenza il martedì mattina, come se fosse ancora alterato, non rispetta il principio di proporzionalità – e nemmeno la logica del buonsenso.

Infatti, non esiste nessuna preclusione alla guida per chi non è sotto l’effetto di stupefacenti e, a meno che non esistano evidenze scientifiche che giustifichino le norme introdotte, – evidenze che io non ho trovato – le norme risultano in contrasto con i principi costituzionali.

Le sanzioni dovrebbero riflettere l’effettiva pericolosità della condotta al momento del controllo, non semplicemente la presenza di tracce di sostanze nel corpo.

E I CONTROLLI PER CHI GUIDA IL PAESE?

Volendo spezzare una lancia in favore del governo, i nostri illuminati politici vogliono debellare il consumo di droghe e salvare i nostri giovani. Inoltre, guidare in stati alterati per colpa delle sostanze stupefacenti è pericoloso per sé e per gli altri.

Un po’ come guidare il Paese.

Infatti, immaginate quali scelte scellerate si possano prendere sotto gli effetti di stupefacenti? Tanto pericolosi da giustificare persino il ritiro della patente e multe pesanti se assunti fino a tre giorni prima di guidare un semplice veicolo?

Perciò, ben vengano i test, che andrebbero introdotti a sorpresa davanti a Camera e Senato, per il bene dei parlamentari, dei senatori e dei componenti del governo. Soprattutto, per il bene dei cittadini.

Non vorremmo mai che qualcuno decidesse di inviare ulteriori armi all’estero o di scrivere norme fuori da ogni logica in virtù di uno stato alterato da droghe. O dal pericolosissimo paracetamolo, no?

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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