Mario Alberto Agugiaro

MARIO ALBERTO AGUGIARO: L’ARTE COME GRIDO SILENZIOSO TRA GEOMETRIA E ABISSO

Mario Alberto Agugiaro trasfigura il caos in linguaggio universale. La sua pittura è un vortice di forme geometriche che cristallizzano emozioni pure: cubismo ed espressionismo astratto si fondono in uno stile ibrido, dove triangoli, prismi e cerchi diventano alfabeto dell’invisibile.

Ogni tela è un labirinto di frammenti, un caleidoscopio dell’io che scompone identità in maschere sovrapposte. Non dipinge la realtà, ma ne estrae l’essenza pulsante, trasformando volti in tribù interiori e oggetti quotidiani in simboli arcani.

I suoi colori sono ferite aperte. Il rosso non è passione, ma sangue coagulato; il giallo acido irradia follia, il verde putrido marcisce e rinasce.

Soprattutto, il nero non è vuoto, ma matrice primordiale.

Sfondi profondi come buchi neri risucchiano la luce, creando caverne luminose dove danzano spettri di memoria. Ogni tonalità è un tessuto psichico, un dialogo tra opposti: amore e odio, controllo e abbandono.

Agugiaro squarcia, rivela, trasforma la tela in una pelle emotiva.

Nei suoi lavori, una donna con sei occhi incarna la paranoia, un cane alato simbolizza la metamorfosi impossibile. Volti si moltiplicano, frammentati in angolature contrastanti; l’identità è un mosaico di sé.

Gli animali mitologici non sono creature, ma istinti primordiali; gli specchi e i libri diventano porte per dimensioni parallele, luoghi in cui l’arte non narra, ma interroga.

Ogni opera è un enigma che oscilla tra individuo e collettivo, invitando a riconoscersi in quel dramma cosmico dove siamo sia spettatori che protagonisti.

Agugiaro crede nell’arte come antidoto alla dissociazione moderna. Le sue composizioni rigide, quasi chirurgiche, esplodono in passione vulcanica. Non cerca il bello, ma il vero.

Le figure, statiche in pose tese, sono avvolte da linee che turbinano come vento: metafore di un equilibrio precario tra lucidità e follia.

L’arte di Agugiaro ferisce, svela, costringe a confrontarsi con le proprie contraddizioni. Ogni opera è un viaggio nell’inconscio, dove solitudine, violenza e tenerezza si intrecciano in geometrie dolorose.

Non si esce indenni dal suo mondo. Si portano via frammenti di sé, pezzi di un puzzle da ricomporre sotto una luce mai vista. Perché Agugiaro dipinge specchi deformanti, dove ritrovare l’umano nell’abisso. E l’abisso nell’umano.

#MARIOAGUGIARO #ARTECONTEMPORANEA #PITTURAGEOMETRICA #PSICOLOGIADELCOLORE #CUBISMOESPRESSIONISTA

ALCUNE OPERE DI MARIO ALBERTO AGUGIARO

CLICCA SUL TASTO BIANCO SOTTO E CONDIVIDI SU FACEBOOK