Villa Muriel

MURIEL VILLA E IL CORPO COME CONTEMPLAZIONE SULL’ESISTENZA.

La produzione artistica di Muriel Villa è come un dispositivo estetico complesso, in cui convergono istanze filosofiche, risonanze musicali e un’indagine introspettiva sulla condizione umana, soprattutto del mondo femminile.

La sua espressione artistica, collocandosi in un territorio borderline tra figurazione e astrazione lirica, sfida le categorie tradizionali della rappresentazione per approdare a un linguaggio pittorico che potremmo definire sinestetico-esistenziale.

Nella ritrattistica di Villa, il corpo femminile non è mero oggetto di contemplazione, bensì un testo somatico da decifrare.

Attraverso un’anatomia resa con precisione quasi rinascimentale, l’artista trascende il dato fisico per indagare la dimensione psichica, grazie a figure che spesso sono colte in stati di abbandono o raccoglimento, e che diventano emblemi di una fenomenologia dell’interiorità, con le mani che si stringono, le spalle incurvate, gli sguardi elusivi a costituire una grammatica gestuale che parla di vulnerabilità, ma anche di resistenza.

È attraverso l’esposizione del corpo che Villa svela l’indicibile dell’anima.

La luce, protagonista silenziosa, non illumina ma accarezza, modellando i corpi attraverso gradienti dorati che ricordano la patina del tempo sui dipinti antichi. Una scelta cromatica che evoca memorie, ma con una modernità soffusa, dove il colore diventa quasi una vibrazione sonora.

L’uso di fondi ambigui, tra astrazione e suggestione ambientale, crea spazi psico-topografici, non luoghi fisici, ma paesaggi interiori.

Il dialogo con la musica, altro pilastro della sua ricerca, vede ricorrere il violino come motivo simbolico, non come semplice oggetto, ma metafora del corpo:, con una voce e un’anima che valgono più del corpo visibile.

L’arte di Muriel Villa riflette una tensione tipicamente moderna: l’urgenza di essere riconosciuti e la paura di essere traditi dallo sguardo altrui.

La grandezza di Muriel Villa si trova nella capacità di trasformare il medium pittorico in uno strumento filosofico dove ogni opera è un’indagine sull’identità come processo, non come dato: chi siamo quando cessiamo di essere sulla cresta dell’onda? Cosa resta dell’io quando si spoglia delle maschere sociali?

La sua risposta è filosofica, con i corpi che, pur nella loro tangibilità, diventano reliquie di un’interiorità più spirituale e ambito dell’anima.

In un’epoca dominata dalla superficialità e dal rumore mediatico, Villa costruisce silenzi eloquenti.

La sua opera, ponte tra Seicento emotivo e contemporaneità frammentata, ci ricorda che l’arte vera non risponde alle domande, ma le custodisce, come fiamme in un vaso di argilla.

In tal senso, Muriel Villa non è solo un’artista, ma una cartografa di quel territorio ambiguo in cui siamo tutti stranieri, quel  luogo in cui il corpo urla, il silenzio risuona, e l’arte diventa il solo specchio capace di riflettere la nostra vera essenza.

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ALCUNE OPERE DI MURIEL VILLA

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