5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE

5 motivi che hanno alimentato la Prima guerra mondiale - Pasquale Di Matteo

La Prima guerra mondiale è stata un evento devastante per l’umanità che, per la prima volta nella storia, coinvolse gran parte del mondo. Quali furono i 5 motivi che più di altri alimentarono il conflitto per alcuni anni e perché coinvolse più continenti?

di Pasquale Di Matteo

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: IL VIDEO

Puoi leggere l’articolo insieme a me, in questo video caricato sul mio Canale Youtube, oppure ascoltare l’audio podcast sotto al video, o ancora, continuare più in basso con la lettura.

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: INIZIO SECOLO

Il ventesimo secolo si aprì in un clima di pace che durava da alcuni anni. Tuttavia, si trattava di una calma apparente.

Infatti, erano vive, e pronte a esplodere, le rivalità tra l’impero della Corona britannica e la Germania per la corsa agli armamenti navali; tra la Francia e la stessa Germania per l’influenza su Alsazia e Lorena, nonché tra impero austriaco e Ungheria per il controllo dei Balcani.

In Germania, dopo l’uscita di scena di Bismarck, l’imperatore tedesco, Guglielmo II, mutò approccio alla politica estera, caratterizzandola con un forte accento imperialista e aggressivo.

Riarmò la flotta navale, con l’intento di raggiungere il livello di quella della Gran Bretagna, intraprese un’importante campagna coloniale e diede vita al progetto di riunire tutte le popolazioni europee di lingua tedesca in Europa sotto un’unica bandiera.

Pasquale Di Matteo: Guglielmo II. Prima guerra mondiale.

Preoccupata dall’intraprendenza di Guglielmo II, la Gran Bretagna mosse alleanze: nel 1902 con il Giappone; l’8 aprile 1904, con la Francia, la famosa “Entente cordiale”, alleanza gentile, con la quale i due paesi giunsero a soluzioni pacifiche delle controversie coloniali in essere da tempo.

Fu anche un periodo in cui quasi tutti gli stati iniziarono a creare reti di contatti più o meno segrete per stabilire relazioni politiche, commerciali e di difesa, che portarono a diversi sistemi di alleanze politico militari che divennero baluardi a difesa delle controversie.

Altro motivo di turbolenze fu l’annessione unilaterale della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria, nel 1908, che approfittò della grave crisi dell’impero ottomano, alle prese con la rivoluzione dei “Giovani Turchi”.

La regione si accese: la mossa dell’impero asburgico causò la reazione della Serbia, che si vedeva come faro del nazionalismo slavo e poteva contare sull’appoggio della Russia, che era protettrice dei popoli della regione e delle rivendicazioni slave. 

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: LA MICCIA

La data univocamente riconosciuta come miccia del conflitto è quella del 28 giugno 1914. Fu assassinato a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero asburgico, dal nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip. 

Questi era membro della “Mano nera”, un’organizzazione ultranazionalista che si batteva affinché la Bosnia, di cui Sarajevo era la capitale, entrasse a far parte di una “grande Serbia”, in grado di diventare indipendente da Vienna.

Il disegno di fare della Serbia una grande nazione era in contrasto con l’annessione della Bosnia all’Austria e i dissapori con l’impero asburgico erano elevati all’ennesima potenza da allora.

Fu proprio in virtù di questa altissima tensione che l’omicidio fu più capro espiatorio che motivo fondato per scatenare una guerra.

L’Austria dichiarò guerra alla Serbia e, nel giro di pochissime settimane, si arrivò al 5 agosto 1914 con due blocchi che rispondevano al sistema di alleanze che si era formato durante i primi anni del secolo.

Guglielmo II, che non vedeva l’ora di avere un’occasione per trasformare la Germania in un impero, mosse immediatamente le truppe a sostegno di Vienna quando la Russia si schierò a difesa della Serbia.

La Germania dichiarò guerra anche alla Francia, poi entrò nel suo territorio con una mossa a sorpresa.

Lo stato maggiore tedesco ordinò l’invasione repentina del Belgio e del Lussemburgo, che avevano dichiarato la loro neutralità nel conflitto.

Tale azione fu il casus belli che spinse Londra a dichiarare guerra alla Germania.

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: GLI SCHIERAMENTI

A fianco di Inghilterra, Francia e Russia, si schierò anche il Giappone. Nel 1915 entrò nell’alleanza anche l’Italia, mentre, nel 1916, fu la volta di Portogallo e Romania. Nel 1917, quando la Russia si ritirò, alle prese con la rivoluzione interna, entrarono nel conflitto gli Stati Uniti d’America.

Gli americani, che inizialmente si erano tenuti ai margini del conflitto, erano intervenuti per due motivi principali: i sottomarini tedeschi affondarono diverse navi mercantili che navigavano verso le coste inglesi e ciò sollevò l’indignazione dell’opinione pubblica. Inoltre, alla Casa Bianca temevano che se avessero prevalso Germania e Austria, ciò avrebbe indebolito l’influenza britannica sul Continente e per gli Stati Uniti sarebbe stato difficile commerciare in Europa.

A sostegno di Austria e Germania, alla fine del 1914 si schierò la Turchia e l’anno seguente si unì la Bulgaria.

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: L’ESITAZIONE DELL’ITALIA

L’Italia entrò nel conflitto il 24 maggio 1915, ma non a fianco delle forze della Triplice Alleanza, di cui l’Italia faceva parte, bensì con Inghilterra, Russia e Francia.

Il nostro Paese, all’indomani dello scoppio del conflitto, si dichiarò neutrale, sostenendo che l’omicidio dell’arciduca Francesco Ferdinando non costituisse un atto di guerra della Serbia nei confronti di Vienna.

Al di là di tale considerazione, i vertici italiani erano consapevoli di non avere un esercito preparato a una guerra, sia per equipaggiamenti e armamenti, sia per addestramento.

Per di più, era aperta la diatriba con l’Austria per il controllo della regione di Trento e Trieste.

I mesi tra agosto 1914 e aprile 1915 furono trascorsi ad allacciare relazioni con Francia e Inghilterra, che portarono al Patto di Londra, con cui l’Italia ottenne garanzie sui territori contesi con l’Austria in caso di ingresso nel conflitto, più il controllo di altri territori, anche all’estero, tra cui l’Albania.

Grazie a questo accordo, politici e intellettuali interventisti misero in un angolo socialisti, cattolici e liberali, che erano neutralisti, così il Paese scese in guerra.

Tra gli interventisti, c’era anche un giornalista socialista che portava il nome di Benito Amilcare Andrea Mussolini.

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: L’ENTUSIASMO 

La guerra mondiale si accese in un clima di euforia esasperato da un sentimento nazionalista che palpitava in diverse nazioni. Ci fu una vera e propria mobilitazione di intellettuali e di personalità famose in tutto il Vecchio continente per sostenere le istanze e le ragioni della guerra.

Da più parti, si credeva che la guerra sarebbe durata poco e avrebbe trasformato gli equilibri tra i popoli, dando un’opportunità alle minoranze linguistiche e alle istanze nazionaliste.

Gli esperti militari erano convinti di essere di fronte a una delle guerre lampo combattute in precedenza, a carattere regionale, e unitamente alla mobilitazione di intellettuali e personaggi noti a favore del conflitto, misero in difficoltà le forze politiche tradizionalmente aperte all’internazionalismo e all’universalismo.

Fu questa visione miope della situazione a trascinare il mondo in una delle due guerre più catastrofiche della storia del genere umano.

5 MOTIVI CHE HANNO ALIMENTATO LA PRIMA GUERRA MONDIALE: CONCLUSIONI

Fu una serie di concause ad alimentare la Prima guerra mondiale, in particolare, furono 5 (cinque) motivi: il sentimento nazionalista ampiamente diffuso, soprattutto nelle regioni centrali e meridionali del Continente; il desiderio di alcune nazione di controllare una o più regioni di altri stati; l’ossessione di Guglielmo II di rendere la Germania un impero, al pari del Regno Unito; i malumori dell’opinione pubblica statunitense per le navi mercantili affondate dai sottomarini tedeschi; la paura degli Stati Uniti di non poter più commerciare in Europa.

Pubblicato da Pasquale Di Matteo: scrittore, critico d'arte, comunicatore multimediale.

Rappresentante italiano dell'associazione culturale giapponese, Reijinsha.

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