STORIA DELL’ARTE: UN VIAGGIO NEL MANIERISMO

Il Manierismo è stato un periodo artistico che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. Un movimento che si è sviluppato come reazione al Rinascimento e che ha influenzato molti artisti dell’epoca.

di Pasquale Di Matteo

Introduzione al Manierismo

Il Manierismo è un movimento artistico che fiorì tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII, come evoluzione e reazione al Rinascimento. Questo periodo si contraddistingue per uno stile sofisticato e sperimentale, caratterizzato da una forte enfasi sulla forma e una tendenza all’eccesso delle decorazioni, di quelli che potremmo definire orpelli.

Gli artisti manieristi avevano come obiettivo quello di superare le convenzioni rinascimentali, perciò esploravano possibilità espressive differenti e davano libero sfogo alla creatività.

Giorgio Vasari li racconta come bizzarri, ma il fenomeno manierista fu ben più complesso e profondo.

Caratteristiche del Manierismo

Il Manierismo si distingue per diverse caratteristiche distintive e le più importanti si possono riassumere in:

1. Spostamento dalla perfezione alla complessità.

A differenza delle opere rinascimentali, che erano caratterizzate da una ricerca della perfezione e dell’armonia, il Manierismo si orienta verso la complessità e l’eccentricità. Gli artisti manieristi sperimentarono composizioni più complesse e insolite, utilizzando pose contorte, prospettive su cui non era solito indagare, e giochi di luce e ombre per creare effetti drammatici.

I manieristi si concentrarono anche sull’esplorazione delle emozioni e introdussero elementi simbolici e allegorici nelle loro opere. Questo simbolismo enigmatico richiedeva al pubblico di decifrare il significato nascosto dietro le immagini.

2. Stilizzazione e allungamento delle forme.

Nel Manierismo, le figure umane e gli oggetti vengono spesso stilizzati e allungati, conferendo loro un aspetto elegante e snello, ma con proporzioni non realistiche. Questo stile esagerato, oltre all’eleganza e alla raffinatezza, conferisce alle opere anche un senso di irrealtà e di dinamiscmo che trascende la perfezione stilistica relativa all’ambito sensoriale della vista, per enfatizzare altre percezioni dell’opera.

3. Colore audace e contrasto cromatico.

Gli artisti manieristi utilizzavano colori vivaci, spesso perfino audaci, per comunicare al massimo attraverso i contrasti cromatici che creano un impatto visivo forte e accattivante.

4. Composizioni complesse e sovraccariche.

Le opere manieriste sono spesso ricche di dettagli decorativi e di simboli. Gli artisti manieristi amavano riempire le loro opere con elementi ornamentali, allegorie nascoste e riferimenti culturali, orpelli con cui davano vita a un’esperienza visiva ricca e affascinante. Le opere presentano spesso composizioni complesse e asimmetriche, con figure disposte in modo intricato e non convenzionale che richiedono uno sforzo interpretativo da parte dello spettatore.

Gli artisti manieristi, d’altronde, si cimentarono con prospettive insolite, talvolta persino ambigue, creando composizioni complesse che sfidavano le regole della prospettiva tradizionale e molti vincoli accademici del tempo. Le figure potevano apparire sovrapposte o collocate in posizioni non convenzionali.

Il Contesto Storico e le Influenze del Manierismo

Non si può comprendere appieno il Manierismo, senza esaminare il contesto storico e le influenze che hanno contribuito alla sua nascita e al suo sviluppo. Per prima cosa, è bene ricordare che il Manierismo nacque come risposta al periodo rinascimentale, che si era caratterizzato per una fervida ricerca della perfezione e dell’armonia. Gli artisti manieristi, invece, desideravano andare oltre le regole e le convenzioni artistiche rinascimentali, oltre a quegli schemi che vivevano sempre più come vincoli che soffocavano l’aspetto creativo dell’arte, perciò cercarono nuove forme di espressione e una maggiore libertà creativa.

Una delle figure più iconiche del Manierismo fu Michelangelo Buonarroti, tra i più grandi artisti del Rinascimento. Michelangelo introdusse elementi che conferivano tensione e drammaticità alle sue opere, circostanza che ebbe un impatto significativo sui giovani artisti del tempo. La sua abilità nel rappresentare il corpo umano in pose dinamiche e contorte ispirò molti artisti a esplorare nuove possibilità espressive partendo da punti di vista differenti.

Anche la cultura cortigiana dell’epoca influenzò il Manierismo. Le corti rinascimentali, infatti, con la loro ricerca del lusso, e l’ostinazione a ostentare ricchezze, fornirono uno sfondo fertile per lo sviluppo del movimento. Quando gli artisti non lavoravano per la Chiesa, erano quasi sempre al soldo di nobili o di membri dell’alta società, per creare opere d’arte che riflettevano il gusto raffinato e le aspirazioni dei loro committenti

Senza dimenticare le influenze generate dal pensiero, dalla filosofia e dall’intellettualismo racchiusi nell’umanesimo, movimento che enfatizzava l’importanza dell’individuo e della sua espressione creativa.

Non a caso, gli artisti cominciarono a concentrarsi sempre più sull’esplorazione delle emozioni e sulla rappresentazione del mondo interiore dell’individuo, svelandone la vera essenza, fino ad arrivare a indagare su concetti profondi, come l’identità.

I Principali Artisti e Opere del Manierismo

Il Manierismo, che dall’Italia si diffuse in buona parte d’Europa, vide la fioritura di numerosi artisti di talento. Di seguito, alcuni dei principali protagonisti di questo movimento.

1. Parmigianino (1503-1540)

Parmigianino fu uno dei più importanti pittori manieristi. La sua opera più celebre è la “Madonna dal collo lungo”, un dipinto che mostra una Madonna dalle proporzioni eleganti e allungate, tipiche dello stile manierista. Quest’opera esprime l’idealizzazione e la ricerca di una bellezza iconica.

2. Jacopo da Pontormo (1494-1557)

Jacopo da Pontormo fu un altro artista di spicco del Manierismo. La sua opera più famosa si può identificare nella “Deposizione”, un dipinto che presenta una composizione complessa e movimentata, con figure contorte e colori vivaci. Pontormo sperimentò anche con la pittura a fresco, creando opere che combinavano elementi classici e uno stile eccentrico.

3. Bronzino (1503-1572)

Bronzino, noto anche come Agnolo di Cosimo, fu uno dei ritrattisti più rinomati del periodo manierista. Le sue opere, come il “Ritratto di Eleonora di Toledo e il figlio Giovanni”, si caratterizzano per la raffinatezza delle pose e la resa dettagliata dei vestiti e degli accessori. Bronzino era abile nel catturare la personalità e l’eleganza dei suoi soggetti.

4. Tintoretto (1518-1594)

Influenzato da Tiziano, Giorgione, Michelangelo e Raffaello, il veneziano Jacopo Tintoretto sviluppò uno stile manierista caratterizzato da pennellate dinamiche e da un uso suggestivo della luce e del colore. Una delle sue opere più celebre è “L’Ultima Cena”, affresco situato nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. Tintoretto si distinse per la sua capacità di creare scene intense e drammatiche, grazie a una costruzione scenica accattivante e proprio mediante l’uso raffinato della luce.

5. El Greco (1541-1614)

Anche se nato in Grecia, El Greco visse gran parte della sua vita a Toledo, in Spagna, dove realizzò molte delle sue opere più famose. Il suo stile manierista si caratterizza per le figure allungate e stilizzate, nonché per l’uso espressivo del colore, che testimoniano l’abilità nel creare composizioni dinamiche e cariche di profonda spiritualità.

Conclusioni sul Manierismo

Come abbiamo visto, il Manierismo nacque come risposta creativa al Rinascimento, dando spazio a nuove forme di espressione e ad una maggiore libertà stilistica. Influenzati da figure come Michelangelo e dal clima culturale che si respirava nelle corti rinascimentali, gli artisti crearono opere caratterizzate da prospettive complesse, colori audaci, forme affusolate, composizioni intricate e da un forte senso di emotività e simbolismo enigmatico.

L’insieme di queste caratteristiche rende il Manierismo un periodo artistico unico e affascinante nella storia dell’arte.

Pubblicato da Dott. Pasquale Di Matteo, Analista di Geopolitica | Critico d'arte internazionale | Vicedirettore di Tamago-Zine

Professionista multidisciplinare con background in critica d’arte, e comunicazione interculturale, geopolitica e relazioni internazionali, organizzazione e gestione di team multiculturali. Giornalista freelance, scrittore, esperto di Politiche Internazionali ed Economia, Comunicazione e Critica d’arte. Laureato in Scienze della Comunicazione, con un Master in Politiche internazionali ed Economia, rappresenta in Italia la società culturale giapponese Reijinsha.Co.

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