Perché è essenziale affidarsi a critici d’arte che sappiano analizzare il contesto geopolitico e sociologico. Un’analisi dei motivi per cui questa competenza è cruciale per interpretazioni esaustive delle opere d’arte.
Nel mondo dell’arte, il ruolo del critico è fondamentale per interpretare e contestualizzare le opere.
Sì, lo so, parlare di critici d’arte è affare da primi anni del millennio, e sono d’accordo. Tuttavia, userò questo appellativo per riferirmi alla figura di chi respira, assapora e sviscera i linguaggi degli artisti.
Ebbene, non tutti i critici d’arte sono uguali.
Un critico d’arte di valore deve essere in grado di analizzare il contesto geopolitico e sociologico per offrire interpretazioni profonde e significative e questo articolo esporrà i motivi per cui è essenziale affidarsi a critici d’arte che abbiano questa capacità.
L’IMPORTANZA DELLA COMPRENSIONE DEL CONTESTO
L’arte non esiste nel vuoto.
Mi chiedono spesso come faccia a entrare dentro l’anima degli artisti in maniera tanto profonda.
Beh, non ho alcun segreto, se non che non ho paura di metterci la faccia su quanto accade nel mondo. Al pari di tanti artisti, non temo di criticare le incongruenze del nostro tempo. L’arte è sempre influenzata dal contesto storico, politico e sociale in cui viene creata.
Solo un critico che comprende questi contesti può offrire interpretazioni più profonde e significative delle opere d’arte.
Ad esempio, un dipinto realizzato durante un periodo di guerra può riflettere le tensioni e le paure della società di quel tempo, ma senza una comprensione del contesto, il critico perde questi significati nascosti, offrendo un’interpretazione superficiale e incompleta.
A tal proposito, la storia dell’arte conferma tale tesi: per esempio, attraverso le opere di Otto Dix e di George Grosze, siamo in grado di conoscere l’evoluzione sociale che portò all’ascesa del nazismo in Germania.
Sappiamo anche che i grandi artisti si differenziano dai mediocri proprio per la prepotenza della loro poetica, cioè per la forza e per lo spessore dei messaggi che veicolano con il loro lavoro.
RILEVANZA CULTURALE
Le opere d’arte spesso riflettono le preoccupazioni, le tensioni e le aspirazioni della società, raccontano storie di chi non è protagonista e di chi non diventa icona.
Analizzare questi aspetti permette di cogliere come l’arte risponda e interagisca con i cambiamenti sociali e politici, perciò un critico d’arte che ignora il contesto sociopolitico non è in grado di spiegare come e perché un’opera d’arte sia rilevante per il pubblico contemporaneo o perché dovrebbe esserlo.
Questo è particolarmente importante in un’epoca in cui l’arte è sempre più utilizzata come strumento di commento sociale e politico.
Un critico che non segue quanto accade nel mondo con passione e partecipazione argomentativa diventa come il meccanico esperto di motori tradizionali che pretenda di comprendere appieno il funzionamento delle auto ibride ed elettriche senza volersi aggiornare alle nuove competenze necessarie per svolgere al meglio il proprio mestiere.
CRITICA INFORMATA
Un’analisi geopolitica e sociologica consente al critico di valutare l’impatto delle politiche globali e locali sull’arte, nonché il valore sociale dell’arte stessa.
Questo include la comprensione di come le dinamiche di potere, le guerre, le migrazioni e le questioni economiche influenzino la produzione artistica e i messaggi veicolati dagli artisti.
Ad esempio, l’arte contemporanea in Medio Oriente è profondamente influenzata dai conflitti regionali e dalle questioni di identità culturale e anche in Europa, negli ultimi anni, gli artisti sono particolarmente attivi nel veicolare idee di pace in contrasto alla tendenza generale che sembra spingere a ogni costo per una terza guerra mondiale.
Un critico che non considera questi fattori è impossibilitato a cogliere l’essenza dell’opera e le diverse grammatiche degli artisti.
Oggi, per una corretta critica d’arte, è indispensabile affidarsi a esperti di comunicazione che conoscano le grammatiche dei nuovi linguaggi, perché l’arte non è una serie di regole granitiche inviolabili, ma, al contrario, un elemento in continua trasformazione, privo di regole fisse e rigide.
INTERCONNESSIONE GLOBALE
Viviamo in un mondo globalizzato dove le influenze culturali si intrecciano, pertanto un critico d’arte deve essere in grado di riconoscere e analizzare queste interconnessioni per comprendere appieno l’opera d’arte nel suo contesto a trecentosessanta gradi.
Ad esempio, l’arte africana contemporanea è spesso influenzata sia dalle tradizioni locali che dalle tendenze in atto sul pianeta e il ricorso a questo tipo di linguaggio apre a un mondo di concetti e di messaggi che un critico non può non considerare, per non rischiare di offrire interpretazioni superficiali e limitate.
IMPATTO SOCIALE
L’arte può essere un potente strumento di cambiamento sociale e politico se veicolata da artisti di spessore.
Come non ricordare Elina Chauvet, l’artista messicana diventata nota in tutto il mondo per l’installazione “Zapatos Rojos” a denuncia della violenza contro le donne e il femminicidio?
Oggi tutti riconoscono le scarpette rosse come simbolo, come icona della lotta contro la violenza sulle donne. Tutti riconoscono la portata politica e storica del linguaggio di questa straordinaria artista contemporanea.
Un critico che comprende le dinamiche sociologiche interpreta al meglio e spiega come e perché un’opera d’arte possa influenzare o riflettere movimenti sociali e politici.
Ad esempio, l’arte femminista degli anni ’70 ha giocato un ruolo cruciale nel movimento per i diritti delle donne.
Al contrario, un critico che ignora il contesto sociopolitico o che lo ritiene lontano dal mestiere di critico d’arte e dal mondo dell’arte non è in grado di cogliere l’importanza di queste opere in tutta la loro esaustiva prepotenza.
L’analisi sociologica e geopolitica conduce a nuove interpretazioni e prospettive sull’arte, arricchendo il discorso critico e offrendo al pubblico una comprensione più completa e sfumata delle opere.
Ad esempio, un critico che analizza l’arte contemporanea attraverso la lente del post-colonialismo riesce a offrire nuove intuizioni sulle dinamiche di potere e identità.
Questo tipo di analisi è già di per sé arte poiché arricchisce il dibattito critico e stimola nuove riflessioni.
INTERPRETAZIONI SUPERFICIALI
Senza una comprensione del contesto, senza una visione politica e sociologia del mondo, le analisi del critico risultano superficiali e mancano di profondità, limitandosi a considerazioni estetiche che non colgono la vera essenza e la natura del significato più ampio dell’opera.
Ricordate quanti “esperti” del mondo dell’arte organizzavano mostre a favore dell’Ucraina, nel 2022? E quante ne avete viste organizzate a favore di Gaza???
Tanti non sono capaci di vedere oltre la superficie e, al più, sfruttano la moda del momento o il pensiero unico in voga per fare cassa.
Questo è particolarmente problematico in un’epoca in cui l’arte è sempre più utilizzata come strumento di commento sociale e politico come quella in cui viviamo.
Un critico che non considera il contesto in cui viviamo e non analizza gli effetti delle politiche nel mondo offre interpretazioni banali e poco significative.
MANCANZA DI RILEVANZA
Un critico che ignora il contesto sociopolitico non è in grado di spiegare in maniera esaustiva come e perché un’opera d’arte sia rilevante per il pubblico contemporaneo, o come e perché dovrebbe essere tale.
Ci sono artisti contemporanei di straordinaria fattura, qual è, per esempio, Maralba Focone, la quale viene limitata nel suo linguaggio espressivo e nella sua poetica se non si è in grado di contestualizzare il suo desiderio di dare voce agli ultimi e di stigmatizzare le criticità del nostro tempo.
Mi è capitato spesso di sentire critiche su questa artista che si soffermano sulla tecnica, sui colori, sulla valenza estetica, sulla raffinatezza, ma senza entrare nel merito di ciò che rende davvero grande Maralba Focone: la potenza politica e sociologica della sua sintassi cromatica.
Ne emerge una visione limitata e superficiale che non racconta l’artista e non è in grado di spiegare in maniera ottimale ed esaustiva quanto ella veicola con le sue opere.
MANCANZA DI INNOVAZIONE
Ignorare il contesto e gli sviluppi sociologici globali, tuttavia, non comporta solo analisi critiche riduttive, banali e incomplete, ma un critico che non è in grado di, o che non voglia, analizzare quanto accade nel mondo e gli sviluppi sociali è spesso anche incapace di cogliere la grandezza delle innovazioni.
Infatti, sempre più spesso capita di sentire frasi prive di senso quali: “questa non è arte, ma spazzatura”; “l’arte se non è bella non è arte”; “quella cosa la sapevo fare anche io” e altre sciocchezze che sarebbero accettabili solo se dette dai frequentatori del Bar Sport, non certo da chi dovrebbe parlare di cultura.
DISCONNESSIONE DAL PUBBLICO
Un critico che non riesce a collegare l’arte alle questioni attuali è disconnesso dal pubblico e dalle dinamiche evolutive della società, ma sono proprio queste dinamiche che muovono la mano degli artisti migliori.
Quindi, l’incapacità di analizzare quanto accade nel mondo rende incompleta, superficiale e limitata l’azione del critico, o addirittura fuorviante.
Il più delle volte si tratta di mancanza di coraggio, cosa molto negativa in quanto i veri artisti sono sempre animati dal coraggio di raccontare, svelare e sviscerare le incongruenze del loro tempo, andando anche contro a poteri forti.
Tuttavia, spesso si tratta di una limitazione culturale per cui i soggetti non sono capaci di comprendere che l’arte è conseguenza di quanto accade nel mondo. È l’espressione più aulica delle voci del dissenso e delle anime che cercano la verità, scavando tra le nebbie della superficie e delle mode.
In conclusione, qual è la prima competenza che un critico d’arte deve dimostrare?
La capacità di analizzare il contesto sociologico mondiale, perché è il motore che muove i veri artisti. E perché se non si è in grado di analizzare il contesto è impossibile comprendere il dettaglio.
