Che le relazioni internazionali vadano avanti da sempre con due pesi e due misure lo sappiamo bene, così come sappiamo che esiste un approccio comunicativo per gli amici e un altro per i nemici.
Statunitensi e indiani d’America, bianchi e neri, uomini e donne, Occidente e resto del mondo, palestinesi e israeliani, russi e americani…
Tuttavia, il 2024 verrà ricordato come l’anno che ha superato ogni previsione, segnando un record storico di ipocrisia e doppi standard.
Proprio quando pensavamo che non si potesse fare peggio, Israele chiude l’anno in grande stile: con civili che muoiono ogni giorno, compresi 5 giornalisti.
E mentre il mondo si rifiuta di agire, in quella che fu la terra del Gesù che, in questi giorni di festa, viene festeggiato in mezzo mondo per la sua nascita, da oltre un anno muoiono neonati per il freddo, per le bombe e per i proiettili.
Ma niente paura, il dibattito in Occidente si concentra sull’importante questione di sapere se il governo israeliano di Netanyahu stia realmente commettendo un genocidio o se sia “solo” colpevole di crimini di guerra.
Come se queste ultime fossero sciocchezze da nulla, facilmente liquidabili con le affermazioni di una senatrice Segre qualunque.
Cosa che, quand’anche fosse sostenibile, striderebbe con la narrazione mediatica di Putin dittatore e criminale di guerra in Ucraina.
Nel frattempo, una tregua che non arriva mai viene costantemente promossa dai media, una farsa che tiene in vita l’illusione di una soluzione imminente, alimentata da politici e diplomati che sembrano più preoccupati di salvaguardare l’immagine pubblica e mostrarsi proni all’America che di risolvere i problemi degli ucraini e di noi tutti.
E le cancellerie internazionali?
Ecco, loro invocano negoziati tra i “terroristi” del governo israeliano, Hamas, Hezbollah e i governi di Usa, Iran e Qatar che li armano e finanziano. Nella maggior parte dei casi li creano e li addestrano pure – vedi Al Qaeda.
Ma attenzione, se si prova a negoziare con la Russia, si viene immediatamente etichettati come putiniani, complottisti e altre sciocchezze che ci ripetono da quasi tre anni.
Da quando Boris Johnson mandò a monte accordi che avrebbero risparmiato oltre un milione di giovani vite ucraine e russe e trilioni di dollari agli occidentali. (Puoi approfondire qui).
Giusto per essere chiari: in questo 2024 abbiamo imparato che “terroristi” sono solo quelli che non ci piacciono.
Perciò, amici e alleati dell’Occidente possono compiere qualunque massacro senza sortire alcun effetto da parte nostra, se non richieste di spiegazioni e, al limite, qualche timido e finto rimprovero da parte dei nostri politici.
LA DEMOCRAZIA ESISTE, SE TE LA GESTISCI COME DICE L’AMERICA
E che dire della “democrazia”? Parola ormai svuotata di ogni significato.
Se un popolo non vota come vorremmo noi, non importa, basta annullare le elezioni (vedi Romania), rinviarle sine die (Ucraina), ignorarle e trattare da vincitore chi le ha perse (Georgia) o addirittura ribaltarle con qualche gioco di potere nei corridoi politici come fatto da Macron in Francia.
(Puoi approfondire qui).
A proposito di elezioni, chi mai avrebbe pensato che il “genio” Elon Musk – così veniva definito dai media quando appoggiava i Democratici -, sarebbe diventato il nuovo incubo del mondo, ora che appoggia Donald Trump?
Una vera e propria metamorfosi che farebbe impallidire anche il più esperto degli sceneggiatori di film di spionaggio.
Ancora più mirabolante di quella sortita a Putin, che da intoccabile amico dell’Europa e dell’America, contro cui non potevi nemmeno ipotizzare che fosse il mandante dell’omicidio di Anna Politkovskaja, altrimenti ti davano del cretino – come capitato anche al sottoscritto – si è trasformato in dittatore sanguinario pericolosissimo, perché vorrebbe conquistare l’Europa.
Tuttavia, stando ai racconti dei nostri illustri giornalisti, dovrebbe farlo con un esercito di disertori, che non ha più giovani da reclutare e combatte solo con delle pale e con carri armati vecchissimi.
E cosa dire delle star delle musica, degli influencer e dei social network, che per tutta l’estate sono stati raccontati come i paladini della libertà e del nuovo che avanza quando acclamavano Kamala Harris e invitavano a votare per lei negli Stati Uniti, ma poi abbiamo scoperto che sono pericolosissimi contro le democrazie, se invitano a votare per un politico in Romania che non piace all’Occidente?
(“L’ex presidente americano Barack Obama ha chiamato una serie di influencer di TikTok per rivolgersi ai giovani elettori che frequentano la piattaforma, convincerli a registrarsi e a votare per la vicepresidente Kamala Harris a novembre.” Fonte: qui).
UN SANGUE “GIUSTO” SOLO SE È IL NOSTRO
Poi ci sono le questioni di giustizia.
Trump era un “golpista” quando ha negato la vittoria di Biden e incitato i suoi a manifestare, ma ora che una presidente georgiana ha fatto lo stesso, è considerata una “paladina della democrazia”, solo perché chi comanda in Occidente si erge a giudice infallibile, in grado di stabilire – in base a che cosa? – quale comportamento sia lecito e legale e quale no.
Chi ha detto che l’Occidente comanda il mondo e può stabilire cosa sia giusto e cosa no?
Chi ha stabilito che possa farlo l’America? In base a quale diritto?
Infatti, il più alto organo mondiale in ambito di Diritto è la Corte Penale Internazionale, quella che veniva decantata come paladina delle regole nel mondo, quando spiccava il mandato d’arresto per Vladimir Putin, ma che quest’anno è stata relegata ad accozzaglia di giudici idioti perché si è permessa di spiccare un mandato d’arresto per Benjamin Netanyahu, colpevole di crimini di guerra e contro l’umanità, ben peggiori di quelli del dittatore russo, per numero di innocenti ammazzati – compresi donne e bambini – e obiettivi civili deliberatamente colpiti.
E che dire delle grazie?
Trump era il cattivo per aver pensato a un’amnistia per sé e per i suoi, un elemento contrario a ogni forma di democrazia, mentre Biden che grazia suo figlio Hunter è un paladino di giustizia. Un bel gioco di ipocrisia, non c’è che dire!
I DIRITTI UMANI A PAROLE, MA SOLO SE NON INFASTIDISCONO LE NOSTRE AGENDINE
E veniamo ora alla questione della pena di morte, un argomento che affascina tutti, soprattutto quando viene applicata in modo tanto… conveniente.
L’Ucraina, ad esempio, non ha alcun problema ad applicarla senza un processo a un generale russo, facendolo esplodere sotto casa a Mosca, ma quando potresti criticare tali atteggiamenti, ecco che l’Unione Europea si straccia le vesti per quattro cavi sottomarini tagliati (forse) nel Baltico da navi russe.
– Il forse è d’obbligo, visto che per mesi ci hanno raccontato che il NordStream 2 era stato danneggiato dalla Russia, mentre oggi sappiamo che è colpevole un commando ucraino. –
Nel frattempo, però, si continua a finanziare il regime ucraino, che nel Baltico ha fatto saltare in aria i gasdotti North Stream russi, mentre l’Europa guarda altrove, facendo finta di non sapere nulla.
L’UCRAINA: DALL’UNICO PAESE EUROPEO CON UN COMICO A UNA GALLERIA DI AMICI SPECIALI
Infine, non possiamo non parlare di una delle storie più incredibili degli ultimi anni: l’Ucraina.
Nel 2019, il Paese, dopo il golpe del 2014 e una serie di “amici” degli USA messi al potere, è stato governato dal primo e unico presidente comico d’Europa.
Oggi, l’Ucraina è in buona compagnia, visto che ormai sembra che tutto il continente stia per essere guidato da personaggi che nulla hanno a che fare con la politica tradizionale. – E anche chi ne fa parte, viste le scelte di questi anni, non sembra distante da Zelig quanto a comicità e sudditanza rispetto a Washington.
Se il comico Zelensky era l’eccezione, ora non è nemmeno più la regola. L’Ucraina continua a essere il nostro “far west europeo”, dove la democrazia è un concetto flessibile e i diritti umani sono un’opinione, non una norma.
CONCLUSIONI: IL 2024 E LA VITTORIA DEI DOPPI STANDARD
Il 2024 ci ha regalato un’ennesima dimostrazione di come le relazioni internazionali siano più simili a una partita di poker, dove le regole le dettano solo i più forti, proprio come avevamo scoperto nel 1962, quando lo Stato sovrano, Cuba, non poté installare missili sul suo territorio perché una super potenza militare alzò la voce.
Non è cambiato nulla, da allora, se non il punto di vista della Nato, che nel 1962 sposò in pieno le pretese imperiali di Washington.
Non è cambiato nulla dall’imperialismo inglese, sarebbe meglio dire.
E a farne le spese, come sempre, sono i deboli, i civili, i popoli che hanno la “sfortuna” di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e/o in nazioni insignificanti.
Ma non preoccupatevi: l’ipocrisia continuerà a prosperare, almeno finché prospererà l’Occidente, perché, in fondo, è questo che conta.
E se qualcosa va storto, se muoiono innocenti, basta girare la testa e fare finta di nulla, se si tratta degli amici, oppure indignarci e inviare armi e bombe se si tratta di nemici.
La farsa può continuare.
IL ROMANZO CHE SVELA PERCHÈ L’AMERICA GOVERNA IL MONDO. FORSE.
