In un mondo di dementi, potrebbe esistere un nemico invincibile, ma, allo stesso tempo, in agonia, con l’economia a pezzi, la moneta carta straccia e un esercito senza più munizioni né uomini da mandare al fronte.
Una creatura che potrebbe presentarsi in un film di Fantozzi e far ridere per l’assurdità, invece si tratta di un nemico che terrorizza i sogni dei cittadini europei e riempie di retorica leader che somigliano sempre più a pagliacci di un circo che fa piangere.
Quel nemico è la Russia di oggi, con l’economia al collasso a causa delle nostre “sanzioni dirompenti”, il rublo carta straccia, l’esercito senza divise né munizioni e costretto a smontare microchip per costruire carri armati.
Eppure, secondo i nostri media, – gli stessi che per tre anni ci hanno raccontato le panzane di sanzioni dirompenti e pale, – questo esercito allo sbando sarebbe anche una minaccia esistenziale per il Vecchio Continente.
Come conciliare queste due narrazioni opposte?
Semplice: basta contare su una popolazione che preferisce la tv spazzatura alla lettura e utilizzare la stessa logica di chi vende assicurazioni sulla vita a un malato terminale. Prima si dipinge l’incubo, poi si offre la polizza. E la polizza, in questo caso, costa 800 miliardi di euro.
E solo per i primi anni. Poi si vedrà.
Un debito enorme, che spazzerà via decenni di conquiste sociali e anche la retorica sull’Europa luogo di benessere.
Ma per cosa? Davvero per difenderci?
Neanche per idea e vediamo perché.
LA SCHIZOFRENIA DELLA PAURA: UN NEMICO FORTE E DEBOLE ALLO STESSO TEMPO
I giornali mainstream oscillano tra due melodrammi: da un lato, l’Orso russo pronto a divorare l’Europa; dall’altro, una nazione in rovina, che non riesce a pagare gli stipendi ai suoi soldati che combattono armati solo di pale.
Una contraddizione da film comico che, in un mondo razionale, farebbe ridere, appunto.
Ma siamo in un’epoca in cui la paura non ha bisogno di coerenza, solo del consenso trovato sparando sulla folla di chi non è in grado di comprendere un testo scritto o non ha la cultura storica, filosofica e sociologica necessarie per comprendere cosa accade realmente.
È la sindrome del lupo cattivo che funziona con i bambini, ingenui e poco acculturati: se non esiste, lo si inventa, tanto loro ci credono. Perché senza lupi, chi comprerebbe i fucili?
DIFESA COMUNE O CONTROLLO SOCIALE? DIFESA EUROPEA O CONTI DA RISANARE?
Leggete tra le righe dell’accordo per la “difesa comune”.
Non si parla solo di proteggere i confini, ma di “gestire le crisi interne”, di intervenire in caso di necessità negli stati membri.
Una formula ambigua, che sa di stato d’emergenza permanente. Un esercito sovranazionale che potrebbe intervenire non solo alle frontiere, ma dentro le città, nelle piazze, davanti alle urne.
Fantapolitica? Forse, ma dopo quanto accaduto in Romania, c’è da sentire i brividi scivolare dalla schiena ai glutei. E la storia insegna che il potere centralizzato, una volta creato, trova sempre una scusa per espandersi.
CHI CI GUADAGNA? FRANCIA, GERMANIA E IL BUSINESS DELLA GUERRA
Dietro i proclami sulla solidarietà europea, si nasconde un banchetto di interessi.
La Francia, prima esportatrice di armi tra i paesi dell’Unione, sogna contratti da decine di miliardi per le sue imprese, che significano economia che vola e imposte che entrano nelle casse di Parigi.
Inoltre, spostare la comunicazione sulla geopolitica e sull’invenzione dell’emergenza è l’ultima carta che può giocare Macron, umiliato alle ultime elezioni.
La Germania, con un’economia in caduta libera per le follie sull’auto elettrica della Von der Leyen, cerca di riconvertire fabbriche inoperative in hub militari.
Coincidenze? No. È il capitalismo della crisi: quando fallisci, inventati una guerra. E farla pagare agli altri, altrimenti il capitalismo fallisce.
IL RIARMO È UN PERICOLO DI CUII NESSUNO PARLA
Ma il riarmo europeo presenta anche un altro aspetto inquietante.
Si dice che la Russia è fortissima – al di là del cortocircuito del racconto sulle pale e altre panzane – perciò dobbiamo aumentare le nostre difese, il numero dei nostri soldati, missili, cannoni, carri armati e jet.
Ma Russia, Cina e altri staranno a guardare?
Neanche per idea.
Incrementeranno anche loro le spese per la difesa e il mondo sarà sempre più pronto a esplodere. Perché, come insegna la storia, quando le nazioni si sono armate fino ai denti, sono sempre scoppiate guerre mondiali.
L’ITALIA: COLONIA A SERVIZIO DEL DEBITO
E noi italiani?
Beh, noi paghiamo.
Pensioni tagliate, sanità privatizzata, istruzione ai minimi termini. È questo il futuro che ci aspetta, ammesso che non sorga un mago in politica, capace di trovare decine di miliardi ogni anno dal nulla.
Ma perché distruggere il nostro presente e il futuro dei nostri figli?
Perché trasformare il nostro welfare in un bonus per Parigi e Berlino, le stesse che ci chiedevano rigore e conti in ordine fin dai tempi di Monti?
Mentre la NATO e gli USA mantengono le loro decine di basi militari nel nostro territorio, l’Europa ci chiede di indebitarci per una difesa europea. Il rischio? Il colonialismo del XXI secolo: invece di cannoni sulle navi, spread sui titoli di Stato.
USCIRE DALL’UE? LA DOMANDA CHE TUTTI TEMONO
Qualcuno osa chiederlo: perché non siglare accordi per la difesa direttamente con gli USA?
Perché non liberarci da un’Unione che svende il futuro delle prossime generazioni per salvare il deretano a Von der Leyen, Macron e compagni di merenda, che hanno sbagliato tutto?
Perché non ritirarci dall’accordo di non proliferazione nucleare, firmato in data 28 gennaio 1969 e ratificato ai sensi della legge 24 aprile 1975, n. 131, visto che esisterebbe un’”emergenza esistenziale”?
La risposta è sempre la stessa: “L’Europa è l’unica via e da soli si muore.”
Lo so, somiglia a “chi non si vaccina muore e fa morire”, altra supercazzola di recente memoria.
Ma quando l’”unica via” è un debito infinito per un nemico immaginario, forse è ora di cercare sentieri nuovi.
Certamente, con una popolazione di sessanta milioni di individui, sempre più anziana, non si può certo ipotizzare di spaventare il mondo, ma la Svizzera ha meno di 9 milioni di abitanti e non mi risulta che qualcuno l’abbia minacciata militarmente nell’ultimo secolo, nonostante la Svizzera sia una vera e propria miniera d’oro.
Ha un esercito ben addestrato e rifornito, ma con una popolazione tanto esigua, la Svizzera è un microbo, eppure, è la dimostrazione di come le giuste scelte politiche garantiscano molta più sicurezza di tante scelleratezze di paesi ben più grandi e importanti.
PIÙ COSTITUZIONI, MENO CANNONI: IL PIANO B CHE NESSUNO VUOLE NOMINARE
Vogliamo davvero essere complici di un’Europa che si nutre di paure e fallimenti, dal green alla transizione ecologica, dai contratti opachi sui vaccini alla disfatta in Ucraina?
O è ora di pretendere un’alternativa?
Spese militari oculate, – magari tenendo in considerazione i rilievi del Prof. Cottarelli e dell’Università Cattolica (qui), – più investimenti per salute, scuola, diritti.
Meno retorica sulla guerra, più coraggio nell’alimentare la pace e più spazio a politici di cultura e non ai tecnocrati di professione.
Perché l’unica difesa comune di cui abbiamo bisogno è quella della nostra umanità, dei nostri valori e della nostra cultura. Non la logica della guerra.
Più Svizzera e meno Germania, insomma.
IL FUTURO È UN DEBITO, MA NON POSSIAMO PERMETTERCELO
L’Europa nacque per unire, non per impoverire. Oggi rischia di diventare un monumento all’ipocrisia: un club di Stati che, per non ammettere i propri errori e per non fallire, inventa nemici e scrive la sceneggiatura su nuove emergenze, sacrificando i cittadini.
A chi giova tutto questo?
Ai leader che altrimenti dovrebbero ammettere i propri fallimenti, ai generali, agli industriali delle armi, agli investitori, ovviamente.
Non certo a noi, popolo sovrano, a cui resta comunque la scelta di continuare a credere alle favole, o scrivere la storia di un mondo diverso.
Un mondo con meno cannoni e più costituzioni. Meno paura, più futuro.
Prima che il debito ci separi per sempre dalla dignità e uccida le vite dei nostri figli.
Siamo ancora in tempo?
Siamo mai stati in tempo?
PERCHÈ HANNO UCCISO PASQUALE DI MATTEO?
LEGGI I PRIMI CAPITOLI DI “LE MENTI INVISIBILI”.
