Tamara de Lempicka è stata una delle più importanti pittrici del Novecento. Con uno stile influenzato dall’Art Decó, si è affermata dapprima in Europa e, dopo lo scoppio del secondo conflitto mondiale, negli Stati Uniti d’America.
LE DONNE DI TAMARA DE LEMPICKA: LA VITA
Tamara de Lempicka, nata Tamara Rosalia Gurwik-Górska, a Varsavia il 16 maggio 1898, è stata una delle pittrici più importanti del secolo scorso.
Sua nonna Clementine, donna benestante, fu la figura di riferimento nella sua educazione, dopo che il padre abbandonò la famiglia in seguito al divorzio dalla madre, o, secondo alcune voci mai provate, dopo che si tolse la vita per cause ignote.
Tamara poté studiare in scuole di prestigio, sia in Polonia, sia in Svizzera, e, grazie ai frequenti viaggi in Italia, sviluppò uno spassionato amore per l’arte.
Da adulta, in seguito allo scoppio della Rivoluzione russa, scappò a Parigi con il marito, dopo un breve periodo a Copenaghen, e, proprio in Francia, Tamara apprese i primi rudimenti della pittura, frequentando i corsi di un pittore di Mentone, per poi studiare presso l’Académie de la Grande Chaumiere e all’Académie Ranson, dove affinò una tecnica personale fortemente influenzata dall’Art Decó.
Nel corso del tempo, si affermò come raffinata ritrattista, disegnando le dame più illustri di Francia, diventando famosa con il cognome del marito, da cui divorzierà nel 1926.
Con la fama, mutò anche la sua esistenza, che si caratterizzò per una costante vita mondana, per le concessioni a diversi amanti, uomini e donne, e per l’uso di cocaina.
Durante i suoi continui viaggi in Italia, la Lempicka fece conoscenza con diverse figure di spicco del Bel Paese, tra le quali Gabriele D’Annunzio, che tentò di corteggiarla per lungo tempo, senza successo.
Pare che l’artista, in una missiva personale, espresse tutto il proprio disappunto, definendolo “quel nano italiano che vuole portarmi a letto.”
Nel 1933, sposò il barone Raoul Kuffner, ricco proprietario terriero e suo collezionista da tempo, con cui restò legata fino alla morte dell’uomo, nel 1961, nonostante il matrimonio fosse costellato da alti e bassi, vivendo tra Beverly Hills e New York, dopo aver abbandonato l’Europa in seguito allo scoppio della Seconda Guerra mondiale.

Anche negli Stati Uniti, il suo stile pittorico si distinse e ottenne una grande notorietà.
Alla morte del secondo marito, si stabilì a Huston, in Texas, dove la sua sperimentazione la condusse a sviluppare uno stile astratto assai lontano dal marchio creativo che l’aveva resa famosa, tanto che venne stroncata sia dalla critica, sia dai suoi vecchi ammiratori.

Per tale circostanza, la Lempicka si abbandonò ancor di più alla depressione che l’aveva accompagnata da sempre, forse fin dalla scomparsa prematura della figura paterna nella sua vita, e decise che non avrebbe mai più esposto in pubblico le sue opere.
LE DONNE DI TAMARA DE LEMPICKA: ANALISI
Le donne di Tamara de Lempicka sono fredde, malinconiche, ritratte con un numero esiguo di colori, in cui trionfa sempre la luce, anche se si tratta di una luminosità che esalta il grigiore e le ombre.

Le sue linee, marcate, nette e precise, raffigurano donne belle, ma irraggiungibili, i cui volti sono il riflesso di se stessa, della sua malinconica attitudine alla vita, vissuta con la perenne sensazione della mancanza di qualcosa.
Donne fredde, che sembrano vivere in un’altra dimensione, in cui regnano la malinconia e il tormento esistenziale, nel trionfo di un’espressione artistica che è sintesi della propria condizione emotiva.
La plasticità delle forme sembra dare ordine al caos dell’anima provato dall’artista, la quale, attraverso la sua espressione artistica, ridisegna la vita e il suo tempo.
Negli sguardi delle sue donne si annida un desiderio di emancipazione, di abbandono totale alla fuga, per raggiungere luoghi incontaminati in cui trovare pace e serenità, sensazioni che l’artista sembrò ricercare nei suoi viaggi in ogni parte del mondo.
Donne che allattano guardando avanti, come a sognare una vita diversa, per se stesse e per la prole; donne intente a guidare o con lo sguardo proiettato verso orizzonti lontani.
L’uso costante del bianco, d’altronde, sintetizza il desiderio di cambiamento, di lasciare alle spalle il senso di vuoto vissuto dall’artista.
Attualmente, Tamara Lempicka è artista tra i più collezionati dai divi di Hollywood e da cantanti di fama internazionale, tra i quali spiccano Jack Nicholson e Madonna.
Una donna dalla vita intensa e affatto banale, alla continua ricerca di un pezzo di sé che l’abbandono del padre le aveva portato via.
Una grande pittrice del secolo scorso.

