Contaminazioni nell’arte contemporanea, la mostra che si inaugurerà il 23 settembre 2023 a Roma, tra inganni, opportunità e la filosofia artistica di Danilo Preto.
Nel cuore pulsante di Roma, presso il Museo Crocetti in via Cassia 492, dal 25 al 30 settembre 2023, si potrà ammirare un’opera che affonda le sue radici nell’intimo dialogo tra l’essere umano e la società contemporanea.
Danilo Preto, in arte PREDA, ci invita a scrutare dentro noi stessi, a esplorare il contesto che ci circonda, quel mondo ingessato, fatto di abitudini, convinzioni e certezze, per riflettere sul tragitto che stiamo percorrendo.
Preto presenterà una sua opera durante la rassegna intitolata “Contaminazioni nell’arte contemporanea”.

L’opera dell’artista vicentino sarà “La vita è un grande inganno”, installazione che pone l’accento su un elemento centrale della nostra esistenza: l’influenza che subiamo sin da bambini sulla costruzione della verità.
L’opera si manifesta con sacchi pieni di peluche, dai quali spunta la coda di un drago.



Un “drago” interiore, una forza misteriosa, a volte ambigua, che può plasmare le nostre vite nei modi che spesso sfuggono al nostro controllo. Una metafora che ci pone davanti a un bivio: continuare a subire passivamente o cercare di capire e affrontare questo drago?
In tale narrazione visiva, i “peluche” rappresentano le relazioni e le opportunità che permeano il nostro quotidiano. Sono lì, a portata di mano, pronti ad essere colti e condivisi. Costituiscono quella che consideriamo la nostra zona di comfort perché i nostri occhi li vedono e ci portano ad avere la presunzione di conoscerli.
Rappresentano i sorrisi, le pacche sulle spalle, ma anche le notizie che ogni giorno ci confezionano le televisioni, i quotidiani, i social network, i manifesti e persino il sentito dire e l’idea che più va di moda al momento.
Ma c’è un ostacolo da superare, un recinto che delimita i confini di queste opportunità e quell’ostacolo è la verità.
È qui che il drago riveste un ruolo cruciale, una sfida che dobbiamo affrontare per poter accedere a ciò che desideriamo veramente.
Pertanto, la verità non è soltanto ciò che si cela dietro una notizia, un fatto, una credenza, un comportamento, ma anche ciò che vogliamo.
Danilo Preto ci suggerisce che, in questo intricato gioco tra influenze e desideri, propaganda e inganni, siamo chiamati a superare la paura per abbandonare la nostra zona di comfort e cominciare a contare sulle nostre forze, dai nostri punti di vista e sulle nostre convinzioni.
Solo attraverso la sconfitta di questa paura potremo giungere a una maturità completa, altrimenti resteremo singoli automi di un sistema sociale costruito ad arte da qualcuno ai vertici della piramide degli esseri umani.
Quindi, i peluche devono diventare stimoli e non traguardi, inoltre la loro immagine rassicurante non deve alienare il nostro giudizio nei riguardi delle dinamiche della vita.
Nell’era della comunicazione globale e dell’iper-connettività, l’opera di Preto risuona come un potente richiamo alla riflessione. La società contemporanea ci propone una molteplicità di scelte, ma spesso ciò che sembra una possibilità può rivelarsi un’illusione. Dobbiamo imparare a discernere, a distinguere tra ciò che è autentico e ciò che è superficiale, ragionando, ciascuno con la propria testa, senza inseguire mode, stereotipi o idee maggiormente accreditate.
Dobbiamo tornare a un sano individualismo, quello che faceva sentire grandi anche senza appartenere a un gruppo, a una fazione, a una corrente.
Quest’opera, pertanto, non è solo arte, ma si inserisce in un contesto più ampio, nella riflessione filosofica sul ruolo dell’individuo nella società moderna.

Preto, attraverso la sua espressione concettuale, ci invita a diventare attori consapevoli della nostra esistenza, a non subire passivamente le correnti del mondo, ma a cercare di navigare con determinazione e consapevolezza.
L’esposizione al Museo Crocetti a Roma offre un’opportunità unica di immergersi in questo universo di riflessioni e stimoli visivi. Invita gli spettatori a esplorare la propria interiorità, a interrogarsi sulle proprie scelte e a cercare la via verso una vita più autentica e appagante.
Tanto più che la riflessione “contaminazioni nella contemporaneità” esplora anche il rapporto con le arti.
In questo caso con il cinema, dove Fantozzi, altra icona su cui riflettere, impersona un umile impiegato sedendosi in maniera goffa sui “sacchi-poltrona”, scivolosi per loro natura. Potente metafora della sopraffazione del potere contro l’umanità.
Fantozzi come icona dell’italiano medio, succube, ingenuo e senza coraggio.
Uomo perfetto per alimentare la massa che vive ai margini, quell’insieme di individui che la storia non la scrivono, ma la subiscono.
Sacchi scivolosi che sono protagonisti dell’installazione di PREDA dove assurgono a paladini della riflessione sulla vita e del rapporto fra essa e la possibilità di viverla più compiutamente possibile.
Un invito ad accendere il dubbio e a usare lo spirito critico che è il motore che alimenta l’intero mondo di PREDA, un mondo fatto di provocazioni, metafore e domande che pretendono risposte, espresse secondo una sintassi concettuale non di facile interpretazione, spesso volutamente ermetica.
Perché Danilo Preto non ha interesse a fornire risposte, ma solo a proporre domande che accendano la riflessione in tutti noi, in modo che ciascuno sia invogliato a cercare la sua risposta, senza essere imboccato dalla televisione, dal giornalista, dalla massa…
L’idea di Danilo Preto, espressa attraverso l’opera “La vita è un grande inganno”, ci invita a prendere coscienza della complessità della nostra esistenza e a non accontentarci di una vita vissuta in superficie.
Ci invita anche a sognare, a lottare, a superare i nostri “draghi” interiori per abbracciare pienamente le opportunità che la vita ci offre, ma domandandoci ogni giorno se la direzione che abbiamo scelto sia quella corretta per noi e non soddisfi, invece, solo le ambizioni di altri.
Un invito a essere protagonisti della nostra storia, a navigare la deriva della società contemporanea con coraggio e determinazione, con la consapevolezza che il mondo è in continua evoluzione e nessuno può fare nulla per fermarlo.
Tuttavia, ciascuno di noi ha la forza di esprimere opinioni, idee e contributi per far sì che il cambiamento e l’evoluzione non radano al suolo ogni cosa, ma costruiscano ponti e opportunità.
(Puoi andare al manifesto dell’evento cliccando su http://www.neoartgallery.it/event/sintesi-2023-contaminazioni-nella-contemporaneita/)
Articolo di Pasquale Di Matteo, critico d’arte, scrittore, specialista della Comunicazione.
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