11 SETTEMBRE, LE TORRI ABBATTUTE DA CHI?

11 settembre 2001, il crollo delle Torri Gemelle, abbattute dagli aerei

11 settembre 2001. La quantità di incongruenze nella narrazione ufficiale sul crollo delle Torri Gemelle avrebbe fatto scartare la trama a qualunque editor.

di Pasquale Di Matteo

11 settembre, ricostruzione ufficiale

La versione ufficiale di quanto accadde martedì 11 settembre 2001 a New York è sintetizzabile in poche righe.

Il Boeing 767 AA11 dell’American Airlines si schiantò a Manhattan contro la Torre Nord del World Trade Center alle 8.46; dopo 17 minuti, alle 9.03, un altro Boeing 767, della United Airlines, il volo UA175, colpì la Torre Sud.

Alle 9.37, il Boeing 757 AA77 dell’American Airlines centrò il Pentagono; circa mezz’ora più tardi, un quarto aereo, il Boeing 757 UA93 della United Airlines, si schiantò nell’aperta campagna della Pennsylvania, alle 10.10, mentre sembrava diretto verso la Casa Bianca.

Nel giro di poche ore, le televisioni di tutto il mondo raccontarono di dirottatori che avevano preso possesso dei quattro aerei abbattutisi sugli Stati Uniti come missili. Presunti affiliati ad Al Qaeda, l’organizzazione terroristica di Osama Bin Laden, lo sceicco che aveva dichiarato guerra all’America.

Uno dei tanti individui addestrati e finanziati dalla CIA quando faceva comodo.

Il popolo americano si strinse come mai prima intorno al presidente Bush, invitandolo a colpire ovunque nel mondo pur di vendicare le 2955 vittime degli attentati (esclusi i 19 attentatori).

L’amministrazione repubblicana non perse tempo, trascinando gli Stati Uniti e un gran numero di paesi alleati in una guerra perenne al terrorismo, prima contro l’Afghanistan dei Talebani, poi contro l’Iraq di Saddam Hussein.

Venne creata così una delle più significative emergenze con cui si è cambiato il mondo: quella del terrorismo.

Eppure, sono molteplici le circostanze che fanno ipotizzare che ciò che è accaduto quel giorno non sia stato affatto opera di Al Qaeda e di Osama Bin Laden.

11 settembre 2001, tra misteri e verità sulle Torri Gemelle

Ciò che sostiene la tesi ufficiale è carico di misteri e di dettagli che non tornano.

Innanzitutto, l’11 settembre non crollarono soltanto le due torri colpite dagli aerei, ma, pochi minuti dopo le 17.30, l’edificio numero 7 del World Trade Center si accartocciò su se stesso, proprio come era successo alle Torri Gemelle al mattino.

La cosa singolare è che, poco prima delle 17, la reporter della BBC World, Jane Standley, disse al pubblico televisivo che l’edificio numero 7 del World Trade Center era appena crollato a causa degli attacchi terroristici. Però, il grattacielo in questione era ancora ben visibile sopra la spalla sinistra della giornalista e lo fu durante l’intero servizio dal vivo.

Crollò soltanto dopo circa venti minuti.

Come faceva la BBC a sapere che tutto ciò si sarebbe verificato?

E quale fu la causa del crollo del WTC 7, visto che non era stato colpito da nessun aereo, né da detriti?

Le stesse Torri Gemelle, secondo la versione ufficiale, sarebbero crollate perché il calore generato dall’incendio degli aerei avrebbe fuso i pilastri d’acciaio che formavano la struttura portante delle torri.

Tuttavia, per fondere l’acciaio di cui erano costituiti i pilastri, la temperatura avrebbe dovuto raggiungere i 1538 gradi centigradi, cosa improbabile per la gran parte degli esperti interpellati e resa impossibile dal fatto che i filmati di quel giorno mostrano delle persone attraverso gli squarci creati dagli aerei.

Nessun organismo umano avrebbe mai potuto restare in vita a temperature così elevate, ma si sarebbe liquefatto.

Quindi, che cosa fece crollare le Torri Gemelle?

Secondo diversi ingegneri edili e altrettanti esperti dei vigili del fuoco, il crollo delle Torri Gemelle presentava almeno dieci delle caratteristiche tipiche del genere di demolizione controllata noto come implosione, nella quale l’edificio sprofonda al suo interno. Nel caso delle torri, entrambi i crolli iniziarono di colpo, sviluppandosi in perpendicolare, quindi procedettero alla velocità di caduta libera, producendo un’ingente quantità di polvere, caratteristica tipica delle demolizioni per mezzo di esplosivo, che polverizza il cemento in particelle minuscole.

Le Torri Gemelle raggiungevano 110 piani, ma entrambe si ridussero a un cumulo di macerie.

D’altronde, per sistemare delle cariche esplosive capaci di demolire le torri sarebbero stati necessari diversi giorni e uno studio tecnico accurato, altrimenti la caduta avrebbe potuto coinvolgere le costruzioni circostanti, cosa che aumenta il mistero. Quale fortunata coincidenza ha evitato che i crolli delle Torri coinvolgessero gli edifici adiacenti?

Anche a questi misteri sembra esserci una spiegazione plausibile.

Il cugino del presidente Bush, Wirt Walker III, era responsabile di una delle società che si occupavano della sicurezza del Worl Trade Center; dal mese di luglio, il livello di allarme nelle Torri Gemelle fu diminuito a un livello inferiore e ciò comportò la fine dell’impiego dei cani poliziotto per fiutare eventuale esplosivo.

Perché il livello di guardia fu abbassato, per la prima volta dal 1993, anno in cui vi fu un primo drammatico attentato al World Trade Center?

Inoltre, i sopravvissuti all’attentato dell’11 settembre raccontarono che nelle settimane precedenti era stato interrotto più volte l’approvvigionamento di energia elettrica per svariati lavori di manutenzione.

Un’altra circostanza singolare consiste nel fatto che, proprio quel giorno, fosse prevista un’esercitazione di esercito e aeronautica contro eventuali dirottamenti di aerei, che poi sarebbero stati utilizzati come missili sulle Torri Gemelle.

Inquietante, vero?

A detta degli ufficiali interrogati durante le numerose interviste successive al disastro, l’esercitazione ritardò di molto l’attivazione della difesa aerea di New York, visto che l’intera flotta di velivoli che ogni giorno assicuravano la sicurezza nei cieli della metropoli era stata inviata a più di cinquecento miglia di distanza.

Specialista della comunicazione
Pasquale Di Matteo intervista Vladimir Luxuria, Enzo Leomporro degli Audio2 e Tony Esposito

Nel 2000 e nel 2001, in verità, furono molteplici le esercitazioni di simulazioni riconducibili a eventi simili, dalla sospensione della difesa aerea, allo smantellamento della sicurezza e del controspionaggio, dalla demolizione controllata di grattacieli in fiamme al lancio di missili Cruise telecomandati contro il Pentagono.

Per di più, alcune ore prima che le torri venissero colpite, gli Stati Uniti sembravano in prossimità di scatenare una guerra nucleare: i cacciabombardieri B-1 e B-52 erano in volo; i sottomarini nucleari più vicini a Russia e Cina erano in posizione di lancio e le basi di terra della ICBM (le basi missilistiche di terra) erano pronte al lancio.

Perché si verificò questa situazione?

Qual è la verità sull’11 settembre 2001?

Inoltre, gli istruttori di volo che tennero i corsi ai quali parteciparono anche i presunti attentatori, giurarono più volte che, per quanto avevano potuto appurare, nessuno di quegli uomini sarebbe stato in grado di pilotare un velivolo come uno dei Boeing che avevano abbattuto le Torri Gemelle.

Oltretutto, molto prima dell’11 settembre, l’Intelligence americana ad Amburgo aveva posto sotto sorveglianza la maggior parte dei diciannove presunti autori della strage; eppure, quasi tutti ottennero il loro visto di ingresso per gli Usa.

Perché?

Per quanto riguarda l’aereo precipitato in Pennsylvania, fece il giro del mondo la notizia di una telefonata strappalacrime effettuata da una sfortunata passeggera, ma, secondo i tabulati della compagnia telefonica, la telefonata in questione durò zero secondi. Fu appurato anche che, a quelle velocità e a quelle altitudini, nel 2001 era impossibile una connessione di un cellulare con un altro cellulare.

Inquietante è anche il fatto che, pochi giorni prima del disastro, i mercati azionari assistettero a pesanti perdite della Munich re e della Swiss re, due colossi assicurativi che garantivano le Torri Gemelle sui grandi rischi.

Scrittore italiano Pasquale Di Matteo libri

11 settembre 2001: testimoni sul crollo delle Torri Gemelle

Albert Stubblebine, ex capo del Comando di Sicurezza e Intelligence militare, nonché responsabile dell’interpretazione di immagini per l’Intelligence Tecnica e Scientifica durante la Guerra Fredda, dopo aver visionato le immagini del Pentagono, ha dichiarato che il buco presumibilmente provocato dal Boeing non poteva essere stato causato da alcun impatto con un aereo, bensì da un missile.

Karen U. Kwiatkowski, tenente colonnello dell’Air Force in congedo e membro dello staff direzionale della National Security Agency, nonché impiegata del Pentagono in servizio l’11 settembre, ha dichiarato: «Sul prato, relativamente intatto, dove sono stata solo pochi minuti dopo lo schianto, c’era scarsità di rottami visibili. Oltre a questa strana assenza di rottami dell’aereo, nella struttura del Pentagono non c’era alcuna traccia del danno che ci si aspetterebbe dall’impatto di un enorme aereo di linea… Sul prato di fronte all’edificio non bruciava alcun frammento metallico dell’aereo o del carico, perché il fumo si levava dall’interno del Pentagono.»

Guy S. Razer, tenente colonnello dell’Air Force in congedo, ex pilota di caccia ed istruttore di volo e tattica per oltre vent’anni, ha dichiarato: «Sono convinto al cento per cento che gli attentati dell’11 settembre siano stati pianificati, organizzati e commessi da elementi sovversivi infiltrati ai vertici del nostro governo… Il crollo dell’edificio 7 mostra oltre ogni ragionevole dubbio che le demolizioni erano pianificate…»

Ted Muga, comandante di marina in congedo, ex aviatore navale e poi pilota di linea della Pan Am sui Boeing 707 e 727, ha dichiarato: «La manovra al Pentagono era una stretta spirale che scendeva da settemila piedi, due chilometri circa. Per un aereo di linea, anche se strutturalmente in grado di gestire quella manovra, è molto, molto difficile ed è necessario un notevole addestramento… Occorrono dei piloti estremamente capaci, perché, quando un aereo di linea arriva così in alto, rasenta quello che viene definito “stallo ad alta velocità”… E’ assolutamente impossibile che una manovra simile sia stata compiuta da un dilettante… Inoltre è ridicolo ipotizzare che i quattro presunti aerei siano stati dirottati, poiché nessuno degli otto piloti ha mai digitato il codice di dirottamento, un codice semplicissimo, che si digita in una frazione di secondo…»

Le testimonianze come quelle riportate poc’anzi si contano a centinaia e tutte sono fornite da personale altamente qualificato, cosa che rende la teoria del Complotto 11 settembre più realistica della versione ufficiale.

A meno che non si voglia assumersi la responsabilità di affermare che istruttori di volo qualificati, ingegneri edili che hanno costruito grattacieli, militari con carriere irreprensibili alle spalle siano improvvisamente impazziti.

Inoltre, è doveroso segnalare che la stessa commissione d’inchiesta nominata per fare luce sulla strage ha presentato moltissimi vizi di natura giuridica, primo fra tutti il fatto che ne fosse stato nominato presidente Philip Zelikow, intimo collaboratore di Condoleeza Rice, consigliera per la sicurezza nazionale nell’Amministrazione in carica.

Secondo la legge statunitense, infatti, nessuna commissione d’inchiesta che abbia per oggetto indagini con probabile coinvolgimento della Casa Bianca può essere composta da membri che abbiano rapporti, di alcun genere, con funzionari della stessa amministrazione.

Perché, dunque, fu nominato Zelikow, in barba alla legge?

Le settimane immediatamente successive furono funestate da continui episodi di lettere contaminate con antrace e sembrava davvero che gli Americani fossero sotto attacco.

Tuttavia, i risultati delle indagini, pubblicati sul Washington Post, confermarono che: «anche se molti laboratori possiedono il ceppo di antrace Ames, coinvolto negli attacchi bioterroristici, finora cinque sono risultati avere spore geneticamente identiche a quelle contenute nelle lettere al Senato e tutti questi laboratori sono stati in grado di far risalire i loro campioni a un’unica fonte militare americana: il Medical Research Institute of Infectious  Disease (Usamriid) dell’esercito Usa, a Fort Detrick nel Maryland.»

Il crollo delle Torri Gemelle l’11 settembre 2001. Perché?

Dunque, le prove che l’11 settembre 2001 le cose non siano andate esattamente come i media ci hanno raccontato sono diverse, fondate e avvalorano la tesi del complotto.

Ma, se non è stata Al Qaeda a organizzare ed effettuare l’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono, allora, chi è stato e, soprattutto, a quale scopo?

Secondo un rapporto redatto da esperti economici del Partito Repubblicano nel 2000, gli Stati Uniti stavano perdendo la loro forza finanziaria ed era estremamente necessario deviare dalla rotta politica intrapresa dall’amministrazione Clinton.

Così, George W. Bush non fu eletto dagli americani, ma nominato presidente da una risoluzione a maggioranza della Corte Suprema degli Stati Uniti, mentre la conta dei voti in Florida dava per vincitore il suo avversario, Al Gore.

(Non una frode ai danni della popolazione statunitense, ma quasi).

L’indagine economica effettuata nel 2000 fu aggiornata e resa nota soltanto nell’autunno del 2001, delineando una situazione preoccupante.

Gli Stati Uniti stavano attraversando una grave recessione, entrata nella sua fase critica nel marzo del 2001; in quel periodo, l’Economist scriveva che «i profitti sono al livello più basso da mezzo secolo a questa parte e la capacità produttiva è per il 25% inutilizzata, come negli anni trenta.»

Dopo il crollo del Nasdaq, la Federal Reserve guidata da Greenspan aveva tagliato più volte i tassi di interesse, ma l’economia non si era ripresa; ogni altro intervento si era rivelato inefficace, tanto che alle 8.00 dell’11 settembre, Morgan Stanley scriveva: «…solo un atto di guerra potrà salvare il dollaro e l’economia…»

Ciò che avvenne l’11 settembre diede all’Amministrazione Bush la possibilità di mettere le mani sull’iperbolica somma accantonata da Clinton per le future pensioni degli Americani, più di 200 miliardi di dollari soltanto nell’ultimo anno di presidenza. Quella somma fu destinata, invece, alle ingenti spese militari per finanziare la perenne guerra al terrorismo.

Questa mossa ridiede fiato all’economia americana, come già era accaduto sia con la Prima Guerra Mondiale, dopo la crisi provocata da J. P. Morgan nel 1907, sia con la Seconda Guerra Mondiale, dopo la crisi del ’29; la stessa Guerra Fredda fu un forte volano per l’economia americana.

Dopo la dissoluzione dell’URSS, le spese militari erano state fortemente contratte dal Presidente Clinton e ciò aveva provocato la forte stagnazione economica.

D’altro canto, la stessa Germania nazista riuscì a rilanciare l’economia quando nel 1934 lo stato emise le cambiali Mefo, che finanziarono il riarmo; le cambiali scadevano nel 1939, ma proprio in quell’anno Hitler scatenò la guerra.

Le 2974 vittime dell’attentato dell’11 settembre meriterebbero venisse fatta luce su quello che sembra oltre ogni ragionevole dubbio un complotto, il primo grande inganno mediatico del nuovo millennio.

Uno dei più grandi esperimenti di comunicazione di massa mai realizzati.

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Critico d'arte Pasquale Di Matteo

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